Interludio senza parole
30 sabato Mag 2009
Posted da lontano, immagini, inter ludi
in30 sabato Mag 2009
Posted da lontano, immagini, inter ludi
in23 sabato Mag 2009
Posted da lontano, recensioni, romantico, versiculos
inMilano, avanti ieri.
Due improvvisazioni / in ottava senza rima /
che non c’entrano con questa / bella cosa che sta qua / e m’ha fatto salutare / da vicino tanta gente / che fino a poco fa / sapevo solo a parole / (grazie, grazie, prego, grazie)
I
Come essere umano
mi è d’uopo affermare
che i momenti più belli
di tutta la mia vita
li ho per certo vissuti
allorché ti ho sentita
veramente animale
e come tale amata
sbattuta et adorata
su vette rasente cielo
(détta coi toni mocciosi
che vanno per la maggiore,
tanto per dimenticare
che soffro l’eterno male
di every day invecchiare
come una vela al mare
sott’un vento senza fine.)
FINE
II
Finito il tempo in cui
si scoppiava di parole,
ora si scoppia in strada,
al caldo delle polveri,
o sotto il duro giogo
delle replicate crisi
che sconvolgono le vite,
anche se il premier ride
e l’opposizione siede
aspettando cadaveri
sulla sponda di un fiume
melmoso e inquinato
in cui sarà triste fare
l’irreversibile parte
del cadavere, un giorno
che per noi ormai il tempo
sarà pure lui finito.
FINITO
[Se vi va, esprimete la vostra preferenza per la uno (I) o la due (II). E siate clementi. A Milano faceva un caldo della madonnina ed io non ero molto in me. Peraltro, mi ha sconvolto trovare ribaltato il mio immaginario. Pensavo che la capitale della crisi italiana fosse una città brutta e noiosa. E invece mi sono ricreduto, grazie anche a chi me l’ha fatta passeggiare da dentro nei limiti del tempo brevissimo che avevo disponibile. Mannaggia la miseria, mannaggia la morte e mannaggia il tempo che non la smette di cingerci d’assedio!
(E grazie puranco a tutta la redazione e all’organizzazione di B&N che m’ha offerto l’occasione e dato la soddisfazione di questa premiazione in mezzo a tutta questa popolazione che m’ha dedicato tanta immeritata attenzione che vorrei rivolta soprattutto all’illustatrice della mia obliqua immaginazione: Eugenia Monti.)]
15 venerdì Mag 2009
Posted texticulos, vita civile
inTornò nella casa dove era nato, si mise a letto e trovò lì, intatti, tutti i sogni di quando era bambino. Dopo un attimo di esitazione, scelse quello della bicicletta rossa e non la smise più di girare tra mobili, soffitti e suppellettili.
Dall’ufficio lo chiamavano al cellulare, ma lui non rispondeva, perché a quei tempi non c’era il cellulare, e nemmeno Berlusconi. Cioè, non è che non ci fosse, Berlusconi, ma credo che costruisse solo caserme e palazzi, limitandosi a governare cantieri edili e comitive di pianisti di pianobar e animatori turistici. Forse non ci crederete, ma a quei tempi la televisione aveva solo due canali e, per passare dal secondo al primo o dal primo al secondo, ti dovevi alzare e dovevi schiacciare un bottone che faceva un gran rumore. Lo so, lo so, anche questo vi sembrerà strano, ma quando sull’altro canale cominciava una trasmissione nuova, appariva in basso a sinistra un grande triangolone bianco, e se ci mettevi il dito sopra, non succedeva un bel niente, perché quegli apparecchi non erano sensibili al tatto, e anche grandi e piccini sembravano essere molto meno sensibili ai caroselli, in quei lontanissimi tempi là. Ma forse, a pensarci bene, non è del tutto vero che si era meno sensibili a quella decina di minuti di sarabande e pubblicità; perché io mi ricordo bene che ci ritrovavamo tutti riuniti, alle nove in punto, per sentire di Giò Condor, olandesine volanti e rossi antichi; per quanto poi, siparietti a parte, di pubblicità e propaganda ne girasse molto meno, in quei tristallegri tempi là. Giravano, invece, molte biciclette, e a me pare di rivederne una rossa con cui mi addentravo tra mobili e suppellettili e progettavo sistemi infallibili per far risalire le sue ruote gommate lungo finestre e pareti e gironzolare sulle soffitte e sui tetti. Avevo grandi sogni, ai tempi di quei caroselli, ma il più bello era quello di pedalare giorno e notte col vento in faccia alla luce del sole e della luna.
Va be’, sto divagando: questa è un’altra storia, e anche quella sembrava essere un’altra storia, a pensarci bene.
————-
Lo so che Carosello faceva alle 8 e 50 e non alle nove in punto come c’è scritto qua sopra. Ma la voce narrante di questo pezzullo si ricordava così e così ha scritto, magari anche per non appesantire ulteriormente quel già lungo e arzigogolato periodo di interruzione pubblicitaria. Questioni di stile. Mica cose da poco…
10 domenica Mag 2009
Posted versiculos, vita civile
inc o s ‘ è c o s ‘ è
che fa girar la ronda
e manda avanti
quest’assurda sarabanda
non è chiara la faccenda
per quelli come me
ecco perché
se penso a questa banda
il vomito m’inonda
m’allaga e poi m’affonda
e non faccio che sognare
di stare in mezzo al mare
lontano insieme a te
ah l’amore, ah l’amore,
ah l’amore che cos’è
04 lunedì Mag 2009
Posted musiche, versiculos
in(improvvisazione alla maniera di don Lorenzo C.)
c’è gente contenta / che s’accontenta / oppure gode / e non gli rode, / gode da matti, / tutta la notte, / sotto i tetti / come i gatti / tra i letti sfatti / o anche lavorando / mangiando / facendo altro / e intanto / amando amando amando / anche quando fa giorno / perché la gente gode / e gode in superficie / o a tutto tondo / in ogni angolo del mondo: / a piedi, / in piedi, / in auto, / sulla tavola, / al cinema / e anche qui intorno / perché / anche qui intorno / la gente gode / e quando gode / poi non gli rode / anche se le cose / non vanno bene, / le tante pene, / le stesse scene / dentro e fuori / la tua mente, / mentre la gente gode / gode da matti / e scende a patti / pur di godere ancora / come fa ora / anche qui intorno / alla luce del giorno / in questo caldo da forno / o tra i ghiacciai / ovunque / in ogni tempo / sempre sempre / e dappertutto / la gente / si lamenta poco / se resta in gioco / e può palpare / manipolare / penetrare / fare su e giù / sempre sempre sempre / sempre di più / come vorrei / facessimo anche adesso / io e tu / e non se ne parli più / che fa lo stesso / perché è il sesso / l’oppio dei popoli e della gente / e del resto / ce ne frega poco / poco poco / o niente. / e poco e niente / te ne frega pure a te / e non c’è un perché / finché sei qui / vicino a me / e si può fare / si può cosare / manipolare / penetrare / fare giù e su / sempre sempre sempre / sempre di più / sempre di più / sempre di più / perché all I want, now, / eres tú. / oh, yes! /