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~ Leggendo ci si allontana dal mondo per comprenderlo meglio.

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Paternità

19 sabato Mar 2022

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el Greco, paternità, San Giuseppe, stefania

San Giuseppe nell’arte e nell’immaginazione

La festività di san Giuseppe, allargata poi a festa della paternità, fu inserita nel calendario romano solo 1479 anni dopo la nascita di Cristo, il di lui figlio putativo, per volontà di Sisto IV (papa, peraltro, piuttosto mondano, guerrafondaio e nepotista; ma anche munifico mecenate, ricostruttore dell’Urbe e protettore di artisti e pensatori umanisti e rinascimentali).
Prima del ‘500 l’immagine di Giuseppe era piuttosto defilata nell’iconografia religiosa dedicata alla nascita e all’infanzia di Gesù.
Il santo falegname appariva sempre in posizione marginale o in secondo piano rispetto alla Vergine Santa e al Figlio di Dio, e il bambino Gesù non era quasi mai “inquadrato” tra le sue braccia.

Giotto, “Natività di Gesù” 1304-1306


D’altronde, già nei 4 vangeli canonici la sua figura, la sua storia e il suo ruolo erano in ombra e scarsamente citati (in pratica, quasi tutto quello che sappiamo del papà terreno di Gesù deriva dai vangeli apocrifi e dall’immaginazione popolare).
In quanto all’arte moderna, le immagini di paternità cominceranno a proliferare solo in epoca barocca (con artisti del calibro di Guido Reni, Bartolomé Esteban Murillo, Guercino, i Tiepolo padre e figlio…), prendendo a modello anche gruppi scultorei della Grecia classica in cui si rappresentano carezzevoli padri (naturali o adottivi) con in braccio figli appena nati.

Lisippo (?), “Sileno con Dionisio“, IV secolo a.C.
Guercino, “San Giuseppe con il bambino Gesù“, 1663


Io, comunque, ho scelto un’opera del grande Domenikos Theotokópoulos (meglio conosciuto come El Greco) per fare gli auguri a tutti coloro che portano il nome di questo santo protettivo, paziente, comprensivo, attento e operoso, come ci immaginiamo debba essere qualunque buon padre.

El Greco, “San José y su hijo“, 1599 ca.

È un quadro di grandi dimensioni (circa 3 metri di altezza) dipinto per la Cappella di San José, a Toledo (dove il pittore greco si trasferì nel 1577, quando aveva poco più di 35 anni, e ci rimase fino al giorno della morte, nel 1614). Personalmente, l’ho visto da vicino negli anni ’80 e sovrappongo la sua immagine a quella di un padre tedesco che ho conosciuto nello stesso periodo nel Castello di San Servando, fortezza medievale trasformata in un meraviglioso ostello della gioventù fuori dalle mura della città di Toledo. Vedevo questo papà grande e grosso giocare con affettuosa complicità con suo figlio di sei o sette anni e mi immaginavo anch’io un giorno di poter viaggiare da solo con un figlio mio ed esplorare il mondo insieme. Mutatis mutandis, il desiderio lo sto realizzando ora. Ma questa è un’altra storia.

Tornando al quadro di El Greco, trovo di sconvolgente attualità quell’incedere nel buio del padre e del figlio, con le mani che si cercano con delicatezza, mentre intorno sembra che stia per scatenarsi una tempesta: perfino gli angeli sembrano sul punto di cadere lungo questa strada oscura e desolata.
C’è una sconfinata tenerezza nello sguardo di Giuseppe. Forse un presagio di sofferenze future. Ma al momento stanno bene insieme, e questo basta.

Sull’onda emotiva della pittura proto-espressionista di El Greco, auguro ogni bene a tutti i Giuseppe, le Giuseppine e derivati e anche a tutti coloro che sono pervasi dall’istinto paterno di prendersi cura del mondo e di cercare un rifugio contro le tempeste che infuriano là fuori.

improvvisazione prima della prima

18 domenica Lug 2021

Posted by aitanblog in immagini, stefania, versiculos, vita civile

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religione, stefania

Oggi la prima ostia consacrata
Dopo per sempre calma solidale
Bella di un bello che non fa male
Attendendo la prossima puntata

della tua formazione e la tua vita

2016-2021: 5 anni dopo. (La foto attuale è di Ciro Lauria.)

E che sia la tua religione
fatta tutta d’amore e di rispetto
verso te stessa il mondo e ogni
nazione la qual di te abbisogni

con gratuita passione e molti sogni

nove anni

13 domenica Dic 2020

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auguri, stefania

più di tremila giorni ti ho vista crescere
e ho visto crescere in me la meraviglia
e la gioia di starti accanto e lasciarmi
portare per mano nel favoloso mondo
delle scoperte e delle invenzioni tue
che diventavano mie e si facevano nostre

più di tremila giorni ho ringraziato dio
la natura o chi per lui o per loro d’averti
vicino ed essere per me cura balsamo
e ristoro in questa vita senza senso
guida giustizia responsabilità o decoro

più di tremila giorni

più di tremila giorni t’ho sorriso riflettendo
nei tuoi occhi l’aria l’acqua il fuoco e il paradiso
mentre facevo buon gioco e cattivo viso
nel dirti qualche no che t’aiutasse a crescere
e darti tanti sì con cui crescevo anch’io

più di tremila giorni
e almeno altri trentamila e pure ‘i cchiu’
fino a quanno vvuo’ tu

vita mia

MR LXXII (video version)

17 domenica Mag 2020

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stefania, video

Oggi, tra le schegge di poesia raccolte dall’ISA (Istituto Studi Atellani) sotto la sigla VERSI D’AUTORE IN QUARANTENA, c’è questa lettura plurilingue che ho fatto con la preziosa collaborazione di mia figlia (una sottospecie di sfruttamento del tempo e della bonomia minorile, insomma; ma anche uno scambio di favori, visti tutti i Tik Tok che ho fatto sotto la sua regia in questi giorni di reclusione coatta).

La piccola è stata meravigliosa; a me, non so bene perché, è venuto di accentuare le eSSSsse finali come in una parodia della lengua española.

‘A capa mia sotto ‘e piede ‘e Cervantessss (che, peraltro, era un pessimo versificatore pure lui; restando, però, il più grande dei più grandi narratori di ogni latitudine e di ogni longitudine. Da ispanista mi piaceva ricordarlo. Anche se tra parentesi)!

6 Gennaio 2020

06 lunedì Gen 2020

Posted by aitanblog in immagini, stefania, vita civile

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befana, dubbi, stefania

La Befana é arrivata anche stanotte, col suo carico di doni, dubbi e (in)certezze


La nostra filastrocca epifanica di sempre, con l’aggiunta di qualche dubbio esistenziale sulla veridicità delle cose, delle persone e dei fatti. Perché viene sempre il momento in cui arriva la Befana e ci racconta che non esistono mamma e papà e, nel raccontarcelo, ci instilla pure qualche dubbio sull’esistenza di Babbo Natale e delle sue renne; anche se noi continuiamo a cercare imperterriti i nostri tesori.
Ma, bando alle ciance, ecco la filastrocca con gli indizi per la risoluzione dei problemi di ricerca di Stefania che, dopo aver controllato la definizione di “anta”, ha trovato calza e giochetto in men che non si dica.


La Befana è arrivata stanotte
Col suo sacco di notizie interrotte,
Che tocca a te ricostruire
Se i suoi doni vuoi rinvenire.

Per prima cosa ha lasciato detto
D’andare a cercare per di…letto
E spalancare tutte quante le ante
Per quanto sian troppe oppure tante.

Poi vedi pure nei piani più alti
Con l’uso di scale, sedie o salti
Oppure chiedi un qualche aiuto
A quel signore calvo e barbuto

Che ti sta di presso, di mezzo ed accanto
Nei tempi di gioia e in quelli di pianto;
Lui ti darà di certo una mano
Tesa vicino oppure lontano.

E non ti stare più a preoccupare
Di capire se lei c’è o non ci sta,
Perché la gioia sempre arriverà
Se saprai che c’è da fare e non fare
Dentro questa terra
E in mezzo a questo male.

Alfine, quando le leccornie troverai,
Tanto per dire, lei già sa che già sai
che non devi mangiare in un attimo tutto
Se no farai tre scorregge ed un rutto,
Tutto il palazzo sarà distrutto
E quello che è bello si farà brutto.

Ricorda infine di esser generosa
E di non tenerti per te ogni cosa.
Condividere è davvero importante
In specie quando le cose son troppe e son tante!

Compartendo col mondo gioia e dolore,
Si vince la noia, si trova calore.
Compartendo gioia e dolore col mondo
Facciamo insieme un bel girotondo.

Tu, io, il mondo, le parole e tanti auguri

13 venerdì Dic 2019

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auguri, stefania

Il mondo sta là
Ma tu non hai
le parole
per dirlo

Il mondo sta là
Ma non riesci
a dirlo
finché
non hai
le parole
per pensarlo

(Per questo
piccola mia
ti inondo di
parole
e ti dischiudo
libri
che racchiudono
mondi
fatti di pensieri
e cose
che si fanno
pensieri
in forma di parola)

Il mondo sta là
Ma non riesci
neanche
a pensarlo
finché
non hai
le parole
le parole
e le parole
per dirlo

(Utensili
scrigni
e chiavistelli
per pensare
il mondo
e poi parlarlo
ripar(l)arlo
e inventarlo
da capo)

Il mondo sta là
pronto per essere detto
Ma se ti mancano le parole
non riesci neanche a pensarlo
il mondo

E mentre parliamo
e ci raccontiamo storie
ti cingo in un abbraccio
abbastanza stretto
da farti sentire
sicura e protetta
lasciando
per un po’
il mondo
dietro di noi

E mentre parliamo
e reinventiamo il mondo
ti stringo
ti stringo in un abbraccio
abbastanza sciolto
da consentirti
di allontanarti
scostando leggermente
le mie braccia dal tuo corpo
per tornare a guardarlo di faccia
il mondo

Io
alle tue spalle
vedo avanzare
il cammino
che segue
il tuo pensiero
e il tuo pensare
e mi inondo di parole

Chiuso nel mio mondo
e immaginando il tuo
pieno dei miei desideri
e vieppiù dei tuoi

Che si invereranno
con la forza
dei tuoi pensieri
delle tue parole
e del tuo fare
che facendo
disfacendo
e rifacendo
rifarà
te stessa
e il mondo


Tanti auguri
My best wishes
Muchas felicidades
e tante belle cose
pe’ mo e pe’ sempe


Nothing is cooler than being cool

24 domenica Nov 2019

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cool, stefania

“Let your soul stand cool and composed before a million universes.”

“Fa che la tua anima se ne stia cool e tranquilla anche al cospetto di un milione di universi.”

(Walt Whitman)

23 Novembre 2019.
Stefania, quasi otto anni, arriva tenendo alto in mano il suo quadernino delle cose creative come fosse un trofeo e mi dice che ha scritto una canzone.
Me la recita cantando e, subito, di getto, mi dice di prendere la chitarra e accompagnarla mentre lei si registra in video (neanche il tempo di cercami gli accordi).
Il brano è “Cool“.

Seguono a distanza di un paio di ore altre 5 o 6 mini-registrazioni con ospiti speciali, tutti coinvolti senza aver prima ascoltato il brano.
Il risultato è qua, suonato, registrato, e montato alla men peggio, ma molto… cool, secondo me. E non manca un’intensa parentesi di trap radicale, piuttosto contundente nei contenuti, ma ugualmente very cool (se sei cool, sei cool anche nei momenti di depre esistenziale).
Tutto fatto e detto all’improvviso.


N.B. Prima di pubblicare ho chiesto l’autorizzazione alla diffusione alla piccola (che conserva tutti i diritti); ma non ditelo alla nonna, lei non ci avrebbe autorizzato, e magari avrebbe avuto pure ragione…

Per venire al mondo

05 martedì Mar 2019

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poesia, stefania

Un paio di giorni Stefania mi ha portato dei fogli e ha detto: “Papà, ho scritto una canzone, la vuoi sentire?”.
Era già successo (2017/10/22/stefy_poetessa), ed ogni volta il risultato è più sorprendente e, in qualche modo, commovente e spaventoso, anche.
Cacchio, ha sette anni appena compiuti, la mia bambina.

________________________

PER VENIRE AL MONDO

Per venire al mondo,
per visitare il mondo
per me è difficile
perché senza una vita
non so se una vacanza
lì al mondo si può fare
se voglio una vita come tanti.
Ho bisogno di esistere
e non sognare di esistere,
perché se voglio una vita,
per venire qui[,]
una vacanza qui[,]
ci vuole la vita[;]
avuta la vita[,]
devo inventarmi,
o costruirmi un destino.

________________________

Va be’, tutti nasciamo poeti.
Tante volte si inanellano parole a caso; poi si cerca un senso. O sono gli altri a dare senso alle tue parole.

Ma quel mattino lei, dopo aver scritto i suoi versi, mi ha pure spiegato cosa volesse dire e questo ha meravigliato anche me, che la sento ragionare, reinventare il mondo e discettare di tutto ogni giorno. Mi ha detto che questa “è la storia di una bambina che ancora deve nascere”. Una specie di inno esistenzialista alla vita, insomma…

E poi, a parte tutto, trovo un paio di distici particolarmente riusciti e compiuti (di quelli che avrei voluto scriverli io, insomma):

“Ho bisogno di esistere
e non sognare di esistere”

“devo inventarmi,
o costruirmi un destino.”

Ecco, spero tanto, che Stefania sia sempre capace di essere (per quanto possibile) artefice del suo destino, padrona di una vita che valga la pena di essere vissuta. E spero anche che non le manchino mai le parole per raccontarla e raccontarsela, la vita.

(Ma mi fermo qua. Già è stato difficile farmi autorizzare a pubblicare in rete i suoi versi. Se sa che li commento pure, va a finire che si stizza. E, in fondo, ha anche ragione. Anche se io, oltre che per fare il buffone e per far vedere al mondo che gioiello di figlia che ho, metto qua sopra queste cose soprattutto per lei, perché un domani possa rivedere qualche scheggia di quello che era e compiacersene, oppure capire qualcosa in più di se stessa e della direzione e il verso del proprio destino.)

La Storiella di Stefania

27 giovedì Dic 2018

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dettato, stefania

Ieri la piccola – che poi ha compiuto solo qualche giorno fa 7 anni e io comincio già a dubitare di poterla ancora chiamare così -, la piccola, dicevo, ieri stava giocando con le sue amichette “alla maestra e le alunne” e, quando è arrivato il suo turno di improvvisare un dettato (respiro da periodo troppo lungo), si è inventata questa storiella qui, breve, ma intensa (almeno così pare a ‘mme, ma poi magari è solo che ogni scarrafone – si fa per dire – è bello ‘a mamma soja, e pure ‘o pate suoje, se è per questo)…

DETTATO
(Il gatto che voleva giocare a pallone)

Il gatto era bello e giocava a pallone, nonostante si chiamava Nongiocareapallone.
E la mamma gli disse: Non si fa.
E quindi Nongiocareapallone si mise a piangere e andó in punizione per otto secoli.
E lui disse: Ma che punizione è questa? Uffa, non è giusto!
E la mamma disse:
– Allora stai in punizione per altri cento secoli.
– Mamma, sono passati già otto secoli… Ho mille e due anni.

A caccia di un tesoro di parole

13 giovedì Dic 2018

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compleanno, stefania

Come è ormai consuetudine, i regali di compleanno della piccola li spargo per casa e poi glieli faccio cercare attraverso una caccia al tesoro che pubblico qui a futura memoria; soprattutto perché lei possa rileggere, rispecchiarsi nei ricordi e rivivere queste piccole scoperte che la aiutano a crescere (spero e credo).
Sei regali su sette sono libri. E altri due libroni di favole si aggiuranno nella festa di stasera insieme con un robottino da programmare per farlo muovere e fargli fare disegnini su un foglio. Tutti suoi desideri espressi in modi diretti e indiretti.

Ma ecco il testo della mappa di parole che la guiderà nella ricerca.
_____

Completa il testo con le parole mancanti e gira per casa alla ricerca di pacchi e pacchetti.

La caccia più difficile si mette
Or che gli anni sono ormai _______
Ma sono certo che se ti ci metti
Troverai tutti i tuoi pacchetti.

Ed ora attenta al primo indizio di papà
Si nascondono questi animali
in una tana non lontana da qua
tra quadernoni, fogli e giornali.

E adesso i tempi son propizi
per cercare un libro sugli _______
sotto una piramide di piatti
che presto troverai se non t’abbatti.

Nei prossimi librini c’è l’Armando
riposto sotto al tele_______
e i quiz e gli enigmi dei pirati
che al livello tre son apporodati.

Ritorna la _______ al quinto dono
che devi cercare dentro il trono
che sta al di sotto della finestra
con tanti peluche alla sua destra.

Ora una pausa tra tanti libri,
se no ti annoi, ti stanchi e ti sfibri.
Eccoti, allora, _______ & Co.
che troverai nei pressi del comò.

Giunto al _______ Dio si riposò
ma adesso fermarsi non si può
Ancora un dono c’è da cercare
laddove il mago si può guardare.

E proprio Harry può riguardare
l’ultimo pacco da spacchettare
prima d’andare all’Happy Circus
senza Lucius _______ né maledictus.

Ma all’Happy altri doni troverai
sperando solo che non farai mai
come quel Dudley che più ne aveva
e ancor più altri ne voleva e voleva
senza godersi quel che si ha,
che è la chiave vera della gioia
e della _______.

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