Se una società basata sul mito della produttività (e sulla realtà del profitto) ha bisogno di uomini a metà – fedeli esecutori, diligenti riproduttori, docili strumenti senza volontà – vuol dire che è fatta male e che bisogna cambiarla. Per cambiarla, occorrono uomini creativi, che sappiano usare la loro immaginazione.
Gianni Rodari, La Grammatica della fantasia

Un quarto di secolo fa, giusto un quarto di secolo fa, moriva Gianni Rodari.
Io, che in un’altra vita ho fatto l’animatore teatrale, mi sono formato sui suoi testi come il francescano sui Fioretti ed il gesuita sugli Esercizi spirituali di padre Ignacio.
Stamattina mi va di ricordarlo proponendovi un paio dei suoi immaginifici esercizi di spirito e di stile. Dunque, bando alle ciance; la prima lectio brevissima si basa sul binomio fantastico, la spina dorsale della grammatica di Rodari. Si tratta di mettere insieme due parole che apparentemente non hanno legame tra loro, ma possono stimolare la nostra immaginazione ed invogliarci a inventare una storia. La tecnica ormai è arcinota e tante volte è stata utilizzata anche nella blogosfera. Il principio è che la parola singola agisce (…) solo quando ne incontra una seconda che la provoca, la costringe a uscire dai binari dell’abitudine, a scoprirsi nuove capacità di significare.
Occorre, però, una certa distanza tra le due parole, occorre che l’una sia sufficientemente estranea all’altra, e il loro accostamento discretamente insolito, perché l’immaginazione sia costretta a mettersi in moto per istituire tra loro una parentela, per costruire un insieme (…) in cui i due elementi estranei possano convivere. [*]
Similmente, la tecnica dell’ipotesi fantastica si basa sulla classica domanda “Che cosa succederebbe se…”, per formulare la quale si scelgono a caso un soggetto e un predicato. La loro unione fornirà l’ipotesi su cui liberare la nostra imaginazione. Per esempio,
– Sia il soggetto Reggio Emilia e il predicato volare: Che cosa succederebbe se la città di Reggio Emilia si mettesse a volare?
– Sia il soggetto Milano e il predicato circondato dal mare: Che cosa succederebbe se improvvisamente Milano si trovasse circondata dal mare?
Ecco due situazioni all’interno delle quali gli avvenimenti narrativi si moltiplicano spontaneamente all’infinito. Possiamo immaginare le reazioni di persone diverse alla straordinaria novità, gli incidenti di ogni genere cui dà luogo, le discussioni che sorgono…
Altre ipotesi esemplari ci invitano a pensare:
– Che cosa succederebbe se un coccodrillo bussasse alla nostra porta chiedendoci un po’ di rosmarino?
– Che cosa succederebbe se il nostro ascensore precipitasse al centro della terra o schizzasse sulla luna?
Niente impedisce, del resto, di provocare l’impatto con la realtà per mezzo di ipotesi più impegnative. Per esempio:
– Che cosa succederebbe se in tutto il mondo, da un polo all’altro, da un momento all’altro, sparisse il denaro?
Un tipo particolare e molto produttivo di ipotesi fantastica si ottiene formulando ipotesi di sottrazione. Nello specifico, Rodari distingue due casi di sottrazione: la scomparsa e lo smarrimento.
– Esempio del primo caso: Scompare la luna. (Perché? Dov’è finita? Chi la ha rapita? Che cosa ci costerà riaverla?). Altro esempio: Una mattina alle dieci, a Milano, scompare la carta (cioè sparisce ogni tipo di carta, da quella delle banconote a quella del rotolo igienico). Conseguenze della scomparsa. Suo significato. Provvedimenti. Soluzione del dramma.
– Esempio del secondo caso: Il signor Tizio, tornando da una passeggiata, si accorge di aver perduto un orecchio. O una scarpa. O la memoria del suo indirizzo di casa . (…)
Che senso può avere un gioco del genere? Ma proprio il contrario di quel che sembra: se immaginiamo un mondo senza carta scopriamo, come fosse la prima volta, tutti gli usi della carta, tutte le azioni e situazioni umane che si reggono sulla carta. La forma di queste storie è proprio quella della ricerca.
Ora tocca a voi. Cominciamo con qualche ipotesi fantastica e di buon auspicio.
I Esercizio – Ipotesi fantastica
– Che cosa succederebbe se, da un momento all’altro, tutte le forme di pubblicità e propaganda diventassero invisibili e mute.
II Esercizio – Ipotesi fantastica, sottotipo della sottrazione
– Scompaiono gli avvocati dal governo, dal parlamento e dal senato…
III Esercizio – Ipotesi fantastica, sottotipo dello smarrimento
– Berlusconi, tornando da un lifting, si accorge di aver perduto l’audience ed il consenso…
In conclusione, vi propongo una terna di binomi fantastici su cui esercitare la vostra immaginazione
IV Esercizio – Binomio fantastico
– montone / Montecitorio
– Berlusconi / Minerva (la dea della sapienza e dei cerini)
– Bush / colomba
La chiave consiste nel cominciare a pensare che cosa potrebbe unire in una storia le due parole scelte. Non preoccupatevi se apparentemente non hanno nulla in comune. Proprio in questo consiste la sfida. L’immaginazione trova sempre la sua strada.
[*] In fondo, alla base c’è la classica figura dell’ossimoro che Rodari utilizzò anche per il titolo dell suo saggio più famoso, La Grammatica della fantasia (1973). Proprio da questo testo sono tratte la maggior parte delle citazioni di questo post, anche se non mancano brani tratti da Novelle fatte a macchina (1973) ed Esercizi di fantasia (1981).