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Oggi ho steso un velo sul telefonino e mi sono messo a guardare il cielo.
Poi l’ho ripreso e ve lo ho detto, con gli occhi abbassati sull’apparecchietto.
12 lunedì Ott 2015
Posted inter ludi, versiculos, vita civile
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Oggi ho steso un velo sul telefonino e mi sono messo a guardare il cielo.
Poi l’ho ripreso e ve lo ho detto, con gli occhi abbassati sull’apparecchietto.
16 giovedì Lug 2015
Posted otherstuff
inAll’improvviso si è vista una penna muoversi da sola sul foglio come spinta da una invisibile forza estranea o manovrata da un fantasma.
Mattarella ha firmato.
11 sabato Ott 2014
Posted inter ludi, vita civile
inGoverni di destra, tagli all’istruzione.
Governi di centro, tagli all’istruzione.
Governi di sedicente sinistra,
tagli all’istruzione.
Un paese tutto puntato sul futuro.
Passo dopo passo giù al burrone
In attesa di un altro pifferaio.
31 domenica Ago 2014
Posted immagini, inter ludi
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23 domenica Feb 2014
Posted idiomatica, immagini, inter ludi
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21 martedì Gen 2014
Posted inter ludi, otherstuff, vita civile
inQuesta storia di “Chi trova un amico trova un tesoro” a me non m’ha mai convinto. L’amicizia non ha valore, l’amicizia è come una giornata di sole, come un’alba all’orizzonte o un tramonto tra i monti; l’amicizia è come l’arte vera, come la musica. Un amico non è un tesoro, perché l’amicizia è un bene inestimabile più grande di qualsiasi tesoro possiate trovare su questa terra scarna e desolata o tra le cose di questo mondo. Quanto a quell’altro io ne so veramente poco. O nulla.
12 mercoledì Dic 2012
Posted immagini, inter ludi, invettive, stefania, vita civile
inAbbiamo chiesto alla casta dei banchieri di risolverci i disastri economici e sistemici che loro stessi hanno creato, e loro stanno rincarando la dose creandoci altri problemi e mascherandoli da soluzioni. Continuano a invocare sacrifici stringendo le cinghie sulle pance degli altri. Caricano il mulo fino a inarcarlo e spezzargli la schiena; e quando il mulo muore, sono già pronti a prenderne un altro e caricarlo fino allo stremo.
I tecnocrati curano il cancro, ammazzando il malato e impossessandosi del suo pigiama, delle sue mutande e di tutti i suoi averi. Tutto quello che sanno e che vogliono fare è operare di scure e tagliare in casa d’altri continuando a ingrassare e ad allargarsi il potere e le cinghie a più non posso.
La casta dei politici che c’era prima dei tecnocrati filobancari non si comportava in un modo molto diverso. É cambiato poco o nulla. Non è un caso che oggi i politici appoggino i tecnocrati filobancari in massa: per entrambi il primo fine è perpetrare il potere raggiunto e i privilegi che ne discendono.
Si susseguono i governi, ma gli oppressi e i poveri fessi che pagano le crisi sono sempre gli stessi.
Il problema, quindi, non è cambiare il governo: i governi sono il problema, non la soluzione: i governi non vanno cambiati, ma abbattuti.
Non puoi chiedere a una malattia di essere la tua medicina: nessuno può essere il tuo problema e la soluzione del tuo problema. La soluzione è nelle tue mani e non va delegata. Non votare, rivoltati, decidi per te stesso e riprenditi il potere che è tuo! Risvegliati, autogovernati, sii responsabile della tua propria vita e della comunità in cui vivi e non affidare mai più le tue scelte nelle mani di altri! Il tuo primo ministro sei tu!
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Questo scrivevo un mesetto fa. Adesso pare che Monti e la sua cricca di tecnocrati stiano lì lì per cadere; ma con lui finiremo anche noi, ancora una volta, dalla padella alla brace.
‘Sto Grillo mi pare la parodia del berluscazzo della prima discesa in campo e il berluscazzo reloaded mi pare la parodia del Grillo parlante di oggi. Siamo messi proprio male. Ma non è una novità. Questo é un popolo che é stato sempre governato da un manipolo di demagoghi da strapazzo.
La parentesi dei tecnocrati sembra fatta apposta per fare da preludio ad un’altra fase iperdemagogica. Ma in fondo che importa? Che là sopra ci siano i teconocrati o i politicanti, qui sotto si continua lo stesso a subire.
Dalle mie parti si dice che cambiano i cazzi, ma i culi sono sempre gli stessi.
04 martedì Dic 2012
Posted inter ludi
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(C’è tutta una schiera e una serie di cose che le parole non sanno…)
16 venerdì Nov 2012
Posted immagini, inter ludi, texticulos
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(Magari uno di quei titoli che riescono a illuminare di senso un testo buio, insipido e irrilevante.)
Cercavano un anfratto o un letto per appartarsi e, man a mano che cercavano, il desiderio cresceva. Girarono per due ore per quella città sconosciuta, ma avevano l’impressione di trovarsi sempre nello stesso punto, troppo illuminato e pieno di gente a piedi, in auto o in motocicletta (a lui, in realtà, davano fastidio soprattutto i motociclisti, da che un giorno uno, mezzo ubriaco, gli si parò di fronte all’improvviso e ci mancò poco che non si schiantasse sulla sua macchina blu metallizzato).
Mentre guidava, lei gli accarezzava la nuca e giocava con l’orlo della tasca dei pantaloni. Lui la lasciava fare, ma stava cominciando a perdere la pazienza. Poi, all’improvviso, si trovarono in una strada lunga e alberata, in penombra, vicino al mare; intorno nemmeno un auto in movimento e, soprattutto, nessuna fottuta motocicletta.
Lui fermò la macchina spossato, così spossato che si addormentò e cominciò a sognare cieli sgombri e sterminate praterie in cui rotolarsi tra l’erba umida e i fiori di campo.
Lei se ne restò lì, guardando lui, gli alberi e il mare, mentre le si prosciugavano le labbra e svaniva il desiderio come un motore che si spegne lento.
Intanto la patta dei pantaloni di lui cresceva e crepitava, e la macchina sprofondava pigramente su uno strapiombo a picco sulla scogliera.
Passarono due settimane prima che trovassero i loro corpi dilaniati dalle lamiere e consumati dal mare. Un motociclista s’era fermato a fare pipì sullo strapiombo e, seguendo la parabola che andava dal suo pene al mare, fissò lo sguardo su quell’auto blu accartocciata sugli scogli.
Si pentì subito di aver chiamato i soccorsi. Due poliziotti mezzo addormentati gli fecero la prova del palloncino e lo trattennero in caserma per tutta la notte. Per un attimo, chiuso là dentro, pensò che sarebbe stato meglio schiantarsi contro un auto e, pensando pensando, si ricordò di quell’altra sbornia finita di fronte ad un auto blu. Quella che guidavi tu, prima di fermarti alla ricerca di un anfratto o un letto per appartarti e soddisfare il tuo desiderio interrotto. Per sempre.
27 sabato Ago 2011
Posted immagini, inter ludi
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Interludio con disegnino digitale disegnato male (ma che fa)
((( Un ritratto del mio amico immaginario (cfr. qui).
Lui, però, dice che non gli somiglia per niente. )))