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~ Leggendo ci si allontana dal mondo per comprenderlo meglio.

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Archivi tag: auguri

Merry vaXmas and Happy New Fear

31 venerdì Dic 2021

Posted by aitanblog in idiomatica, immagini, riflessioni, vita civile

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Anno Nuovo, auguri

Uffa, credevo di averlo inventato io quel Merry vaXmas, poi ho controllato in rete e ho visto che qualcuno lo aveva già pensato, espresso e diffuso. Ma era troppo ovvio perché nessuno ci fosse arrivato prima di me. Soprattutto nei Paesi di lingua inglese.

A proposito di lingue e linguaggi, ve li voglio ribadire in (quasi) tutte le lingue d’Europa i miei auguri.

Li ho presi dalla preziosa pagina multilingue di Jakub Marian.

Fonte: https://jakubmarian.com/wp-content/uploads/2016/12/happy-new-year-in-european-languages.jpg

Ma fatemelo ripetere pure quest’anno che il nuovo anno sarà nuovo se sapremo rinnovarlo, se sapremo rinnovarci; e che non ci manchi mai un desiderio da realizzare, qualcosa da imparare, un posto in cui voler stare e qualcuno con cui andarci. Magari senza timori e senza mascherine.

Ok. Sto spargendo troppo zucchero. Mitigo con quattro amare vignette del grande Altan. Vignette vecchie ma sempre attuali che ho messo insieme e ricolorato per il gusto di accostare il nome di Altan a quello di Aitan.

Vabbuò.
Basta mo!

Fine danno
(Fosse ‘a Madonna!)

¡Feliz 2022 a todos los que comparten el deseo de un mundo mejor!

Comunque vada, sarà un anno molto coraggioso…

Quino, Mafalda

Le luci rosse del Natale

30 giovedì Dic 2021

Posted by aitanblog in texticulos

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amore, auguri, Babbo Natale, befana

Sotto lo sguardo della luna, la Befana guida la slitta e Papà Noel, alle sue spalle, la scopa.
Sta per arrivare… un nuovo anno.
Le renne sorridono e il cielo si riempie di fiocchi di neve e polvere di stelle.


Tanti auguri di un anno pieno d’amore.
In tutte le posizioni!


La ghirlanda di luce di Stefano protomartire

26 domenica Dic 2021

Posted by aitanblog in idiomatica, stefania, vita civile

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auguri, santo stefano

Un nome di famiglia

Gli Atti degli Apostoli, la Legenda Aurea e la tradizione agiografica narrano che, pochi anni dopo la crocefissione, il diacono Stefano morì lapidato; il che fa di lui il primo martire della fede ammazzato dopo Gesù Cristo.

Il suo nome di ascendenza greca mi è molto familiare.
Si chiamavano Stefano mio padre e il mio bisnonno materno, e hanno lo stesso nome anche mia figlia (al femminile, of course) ed il mio primo sobrino.

Faccio a loro e a tutti gli Stefani, le Stefanie, gli Steves, gli Estebanes e derivati i miei migliori auguri mettendo insieme quattro quadri del pittore manierista spagnolo Vicente Juan Masip (1507-1579), conosciuto anche come Joan de Joanes (come dire Giuanne ‘o figlio ‘e Giuanne, visto che suo padre era l’omonimo artista rinascimentale Juan Vicente Masip, il che crea non pochi problemi di attribuzione delle loro opere).
In questi quattro dipinti, come in un fumetto – o, si parva licet componere magnis, come in una Via Crucis – seguiamo gli ultimi momenti della vita di Stefano protomartire.


Nella prima immagine lo vediamo predicare in sinagoga.
È il caso di chiarire qui che, oltre che protomartire, Santo Stefano è riconosciuto dalla religione come protodiacono, in quanto pare che fu il primo dei sette ministri della carità cui gli apostoli affidarono il compito di assistere gli indigenti, amministrando i beni comuni e annunciando la buona novella. In qualche modo, i cristiani dei primordi erano una specie di pericolosi protocomunisti abituati a mettere in comune tutti i propri beni, e Stefano era uno dei principali rappresentanti di questa setta eversiva che si andava diffondendo da Gerusalemme nel mondo allora accessibile per terra e per mare.

Durante una di queste predicazioni, Stefano fu catturato (e siamo alla seconda tavola) e condotto al martirio da uno stuolo di giudei raffiguranti nel quadro di Masip con ghigni truci e arcigni.

Nella terza tavola vediamo Stefano in ginocchio e i giudei pronti a lanciare le loro pietre, sempre con lo stesso sguardo torvo ed ostile. Lui ha gli occhi rivolti verso il cielo e pare che gli manchi solo la nuvoletta sulla testa con la scritta: “Signore, non imputare loro questo peccato”, riportata negli Atti degli Apostoli a imitazione delle ultime parole di Cristo in croce (At 7,60). Sullo sfondo, Saul, il futuro Paolo di Tarso, assiste inerme al martirio.
Debbo, però, specificare che ho ribaltato orizzontalmente questa immagine affinché il corpo di Stefano si rivolgesse sempre verso il lato sinistro del riquadro e non si perdesse il ritmo fumettistico della narrazione. È come se vedessimo il dipinto allo specchio (a meno che non fosse ribaltata la foto che ho trovato io in internet).

Nella quarta e ultima rappresentazione, assistiamo alla deposizione del santo in una bara, prima della sepoltura. Questa volta, sullo sfondo, si distingue un uomo vestito in abiti rinascimentali, forse uno dei committenti che aveva ordinato il dipinto per una chiesa di Valencia (anche se, attualmente, credo che tutte e quattro le opere siano conservate al Prado).

In tutti i quadri, un’aureola cinge il capo del santo protomartire e protodiacono come una ghirlanda di luce, come una corona aurea.
Non a caso, il nome Stefano deriva da Στέφανος (latinizzato in Stephanus) che, in greco antico, significa proprio “corona”, “ghirlanda”.
Probabilmente è per questo che fu utilizzato nel protocristianesimo come un riferimento alla “corona santa del martirio” di questo primordiale imitatore di Cristo celebrato dalla chiesa cattolica il giorno dopo la nascita di Gesù scandita dal calendario gregoriano.

Feliz naVIDAd

25 sabato Dic 2021

Posted by aitanblog in texticulos

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auguri, Natale, Navidad

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Feliz naVIDAd

Lazzi ed intermezzi

20 lunedì Dic 2021

Posted by aitanblog in riflessioni, stefania, vita civile

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auguri, bambini, ridere

A volte sono senza parole e comincio a sghignazzare come un bambino che ride senza ragione

A volte sono senza parole e comincio a ridere e a fare sberleffi come un bambino che vede gli adulti che ridono al suo ridere e continua a fare il pagliaccio senza sapere cosa ci sia da ridere se non ridere per sentir ridere il mondo

A volte sono senza parole e comincio a ridere e a fare sberleffi come un bambino che vede gli adulti che ridono al suo ridere e continua a sghignazzare perché è contento di verderli contenti

A volte sono senza parole e comincio a ridere per sentirvi contenti

Almeno loro
penso

Almeno voi

Per lo spazio
di un momento
Almeno


Va be’...

Tanti auguri e tante belle cose per queste feste e per tutto l’anno che sta arrivando e tra un anno passerà.

Io mi sto preparando…


Francisco de Zurbarán ed altri Franceschi, Francesche e francescani

04 lunedì Ott 2021

Posted by aitanblog in immagini, recensioni

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arte, auguri, Francesco

Dopo Giotto (1267-1337), Francisco de Zurbarán (1598-1664) è stato il più grande interprete pittorico della figura religiosa del santo di Assisi e patrono dell’Italia intera.
Ma se Giotto rappresentò le opere e la vita esteriore di Francesco d’Assisi, Zurbarán concentró la sua attenzione soprattutto sul percorso mistico-ascetico del santo.

Meditación de San Francisco

Meno conosciuto del coetaneo e conterraneo Velázquez, Francisco de Zurbarán rappresenta il lato austero, essenziale, laconico e “conceptista” del Barocco spagnolo (ma forse, parlando di Zurbarán e Velázquez, sarebbe più esatto riferirsi al “barroco andaluz/sevillano“, coacervo aureo di artisti che ebbero in Góngora la loro massima espressione letteraria).
La sua essenzialità, le luci e i contrasti caravaggeschi delle sue scene e la drammaticità delle rappresentazioni lo rendono molto moderno (mi verrebbe da dire “cinematografico”), come si evidenzia in queste sei interpretazioni di San Francisco de Asís che mi sono divertito a mettere insieme come in un “retablo“, come in un (inesistente) polittico francescano.

Va be’, smetto qui i miei barocchismi e porgo i miei auguri a tutte le Francesche, i Franceschi, i Cicci, le Cicce, i Cecchi, i Checchi e le Checche che festeggiano oggi, il 6 ottobre o in qualsiasi altra data del calendario e della loro vita; auguri ai François, ai Francis, ai Fran, ai Franz, ai Franciscus e ai Φραγκίσκος; auguri ai Franchi e alle Franche y también a los Pacos, a los Panchos, los Ciscos, los Franciscos y los Kikos che si trovassero a passare di qua; e auguri anche a quelli che non passeranno mai e a quelli che sono passati, ma non possono passare più in carne ed ossa in nessun posto di questa valle di frequenti lacrime e scarsi sorrisi.

Auguri a tutti, salvo a quelli che augurano ogni bene solo a se stessi e sono pronti a calpestare gli altri per innalzarsi di qualche centimetro dal suolo.

Perché al mondo ci sono i Franco e Ciccio, i Francisco de Zurbarán e i Francisco Franco, i Franco Boschi e i Francesco d’Assisi, ma, in ogni casa e in ogni caso, per dirla con Leo Longanesi, “sotto ogni italiano si nasconde un Cagliostro e un San Francesco.”

Francisco de Zurbarán, “Beato Serapio”, 1628

nove anni

13 domenica Dic 2020

Posted by aitanblog in immagini, stefania, versiculos

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auguri, stefania

più di tremila giorni ti ho vista crescere
e ho visto crescere in me la meraviglia
e la gioia di starti accanto e lasciarmi
portare per mano nel favoloso mondo
delle scoperte e delle invenzioni tue
che diventavano mie e si facevano nostre

più di tremila giorni ho ringraziato dio
la natura o chi per lui o per loro d’averti
vicino ed essere per me cura balsamo
e ristoro in questa vita senza senso
guida giustizia responsabilità o decoro

più di tremila giorni

più di tremila giorni t’ho sorriso riflettendo
nei tuoi occhi l’aria l’acqua il fuoco e il paradiso
mentre facevo buon gioco e cattivo viso
nel dirti qualche no che t’aiutasse a crescere
e darti tanti sì con cui crescevo anch’io

più di tremila giorni
e almeno altri trentamila e pure ‘i cchiu’
fino a quanno vvuo’ tu

vita mia

Tu, io, il mondo, le parole e tanti auguri

13 venerdì Dic 2019

Posted by aitanblog in immagini, stefania

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auguri, stefania

Il mondo sta là
Ma tu non hai
le parole
per dirlo

Il mondo sta là
Ma non riesci
a dirlo
finché
non hai
le parole
per pensarlo

(Per questo
piccola mia
ti inondo di
parole
e ti dischiudo
libri
che racchiudono
mondi
fatti di pensieri
e cose
che si fanno
pensieri
in forma di parola)

Il mondo sta là
Ma non riesci
neanche
a pensarlo
finché
non hai
le parole
le parole
e le parole
per dirlo

(Utensili
scrigni
e chiavistelli
per pensare
il mondo
e poi parlarlo
ripar(l)arlo
e inventarlo
da capo)

Il mondo sta là
pronto per essere detto
Ma se ti mancano le parole
non riesci neanche a pensarlo
il mondo

E mentre parliamo
e ci raccontiamo storie
ti cingo in un abbraccio
abbastanza stretto
da farti sentire
sicura e protetta
lasciando
per un po’
il mondo
dietro di noi

E mentre parliamo
e reinventiamo il mondo
ti stringo
ti stringo in un abbraccio
abbastanza sciolto
da consentirti
di allontanarti
scostando leggermente
le mie braccia dal tuo corpo
per tornare a guardarlo di faccia
il mondo

Io
alle tue spalle
vedo avanzare
il cammino
che segue
il tuo pensiero
e il tuo pensare
e mi inondo di parole

Chiuso nel mio mondo
e immaginando il tuo
pieno dei miei desideri
e vieppiù dei tuoi

Che si invereranno
con la forza
dei tuoi pensieri
delle tue parole
e del tuo fare
che facendo
disfacendo
e rifacendo
rifarà
te stessa
e il mondo


Tanti auguri
My best wishes
Muchas felicidades
e tante belle cose
pe’ mo e pe’ sempe


SONO SEI

13 mercoledì Dic 2017

Posted by aitanblog in stefania, versiculos

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auguri, stefania

Un giorno cadranno stronzi e muri
I porti saranno posti sicuri.
E sarà pura l’acqua che depuri.

Questi sono per te i miei auguri,
Figlia, figlia, figlia preziosa figlia
Che hai portato luce e meraviglia

In questa selva selvaggia e scura
Che dentro me rinnova la paura
Al sol pensar quant’era aspra e dura

Prima ch’apparisse la tua figura
In questa vita e in tra queste mura
Dove di te mi prendo gioia e cura.

E nel curarti curo ogni pena
Perché non v’ha dolore che mi frena
Finché va su e giù la tua altalena.

O Tannenbaum

19 lunedì Dic 2016

Posted by aitanblog in idiomatica, immagini, inter ludi

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Tag

albero, auguri, Natale

​Cercasi psicologo, specialista in psicometria o strologo capace di creare un test per stabilire il carattere, le attitudini o l’andamento dell’anno a venire a seconda dell’alberello scelto tra i 6 di questo disegnino molto digitale (nel senso che l’ho fatto or ora, di tutta fretta, muovendo il dito – dal latino,  di(g)ĭtum – sullo schermo dell’apparecchietto very smart che serve pure per telefonare e che è diventato una protesi del mio corpo al pari degli occhiali e della dentiera prossima ventura).


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