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((( aitanblog )))

~ Leggendo ci si allontana dal mondo per comprenderlo meglio.

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Archivi Mensili: novembre 2022

Il racconto più fastidioso del mondo

30 mercoledì Nov 2022

Posted by aitanblog in inter ludi, texticulos

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giochi di parole, idiosincrasie, spreferenze, stereotipi

(Improvvisazione con 30 stereotipi piuttosto molesti)



Secondo un sondaggio condotto dal linguista Giuseppe Antonelli e pubblicato sul Corriere della Sera, queste sono le 30 espressioni più fastidiose dell’italiano dei nostri tempi, raccolte in ordine alfabetico.

1) A 360°
2) Anche no
3) Aprire un /sedersi intorno a un tavolo
4) Ci sta
5) Combinato disposto
6) Come se non ci fosse un domani
7) Detto ciò / ciò detto / detto questo
8) E poi mi taccio
9) Eccellenza
10) Gettonare / -ato
11) H24
12) Il tema è…
13) Importante
14) Ma di cosa stiamo parlando?
15) Mettere / messa a terra
16) Mettere in campo
17) Mozzafiato
18) Narrazione
19) Nel senso…
20) Performare / -ante
21) Plastico / -amente
22) Praticamente
23) Quello/a/e/i che è / sono …
24) Resilienza
25) Senza se e senza ma
26) Solare
27) Sostenibile
28) Tanta roba
29) Trovare la quadra
30) Tutta la vita.

Da questa lista è possibile scegliere le 5 espressioni più antipatiche e spedirle all’indirizzo e-mail lettereasette@rcs.it.


Io, dopo aver votato la mia cinquina idiosincratica,* mi sono preso la libertà, e di certo anche il gusto, di scrivere una storiella che comprendesse tutte e trenta le parole moleste.
È nato così il racconto più fastidioso del mondo, che potete leggere qui di seguito.


Si svegliò, un giorno, senza sé e senza ma’, e si mise a cercarsi. La madre, intanto, cercava lui H24 (12), una ricerca a 360° (1), mettendo in campo (16) tutte le sue forze con strenua resilienza (24), come se non ci fosse un domani (6). Un amore mozzafiato (17), un combinato disposto (5) di affetto e responsabilità, nel senso di (19) prendersi cura dell’altro, tutta la vita (30), senza se e senza ma (25)
Lui, intanto, non era più la persona solare (26) di un tempo, il più gettonato (10) della compagnia, un’eccellenza (9) in ogni campo, sempre performante (20) e capace di sedersi intorno a un tavolo (3) e trovare la quadra (29), senza se e senza ma (25 bis). In poche parole, lui non era più quello che era (23).
Ma l’importante (13) della narrazione (18) era il fatto che oramai, per quanto mettesse a terra (15) tutti i problemi, non riusciva più ad arrivare ad una soluzione.
Praticamente (22), non trovava più sé stesso né la madre, e la madre non trovava lui.
Il tema, lo avrete capito, è (12) la ricerca e l’incapacità di trovarsi; ma anche no (2). Perché, in fondo, anche perdersi è un modo di trovarsi e ritrovarsi. E questo pure ci sta (4).
Detto ciò (7), e poi mi taccio (8), lui cominciò a sentire la sua vita e la realtà non più sostenibili (27), mentre avvertiva plasticamente (21) la sua assenza e quella della madre. Tanta roba (28), insomma. E non posso di certo dirvela tutta qua. Senza se e senza ma (25ter).

Ma di cosa stiamo parlando? (14)
Voi sapete quanta gente si perde ogni giorno in Italia e nel mondo?
Anche ora.
Mentre state leggendo.



* Queste sono le 5 espressioni che io aborrisco per quanto le sento abusate, mal utilizzate o modaiole (in ordine di antipatia).

16) Mettere in campo (ma trovo ancora più fastidioso l’uso politico di “scendere in campo”)
24) Resilienza
26) Solare
2) Anche no
11) H24

MR LXXVI

29 martedì Nov 2022

Posted by aitanblog in immagini, romantico, versiculos

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in poche parole

Muito Romântico
settantaseiesimo frammento

se un giorno andrò via
e non ritornerò da te

non pensare alle parole
che ti ho sparso addosso

ma senti tra le tue braccia
i miei silenziosi abbracci

e tutte quelle volte che
ti ho tirato su dal fosso

senza dire una parola

Lingua, genere e genitorialità

27 domenica Nov 2022

Posted by aitanblog in riflessioni, vita civile

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fronte mamma, genitori, linguaggio, scuola materna

Un paio di esempi di uso del linguaggio che documentano come la madre sia ancora considerata l’unica responsabile dell’accudimento e della prima formazione degli (e delle) infanti.

Le scuole materne stanno scomparendo dal nostro uso linguistico, ma i passeggini fronte mamma resistono. Per quanto siano decenni che “The Times They Are A-Changin“, come cantava quello là.


Come mothers and fathers
Throughout the land
And don’t criticize
What you can’t understand
Your sons and your daughters
Are beyond your command
Your old road is rapidly agin’
Please get out of the new one if you can’t lend your hand
For the times they are a-changin’

Venire madri e padri
Da tutto il Paese
E non criticate
Quello che non potete capire
I vostri figli e le vostre figlie
Sono fuori dal vostro dominio
La vostra vecchia strada sta invecchiando in fretta
Per favore allontanatevi dalla nuova se non potete darci una mano
Perché i tempi stanno cambiando

(Bob Dylan, 1964 – la traduzione è mia)


Ad ogni buon conto (e ad ogni buon canto), ho provato a fare una ricerca su Google.

Come vedete, ci sono ancora circa 6 milioni di risultati per “scuola materna”, ma le occorrenze per “scuola dell’infanzia” sono quasi il doppio. Inoltre, il primo sito indicizzato dal motore di ricerca di Google per “scuola materna” è la voce di Wikipedia dedicata alla “scuola dell’infanzia” (che è la denominazione ufficiale utilizzata anche dal Ministero patrio e matrio).

Insomma, giardini dell’infanzia, scuole dell’infanzia, a limite, pure asili…, chiamateli come volete questi primi ambienti educativi dei vostri pargoli fuori dall’ambito familiare; ma, per favore, allontanate i bambini e le bambine dalla scuola di mammà. I tempi stanno cambiando, perdindirindina, e per certi versi sono cambiati già.

Tanto monta, monta tanto, Isabel como Fernando.

Eppure, ripetendo lo stesso tipo di ricerca per i passeggini reversibili viene fuori una forte resistenza da parte della tradizione che considera la prima formazione delle figlie e dei figli d’Italia come un appannaggio materno.

I risultati del passeggino di mammà sono circa sei volte di più di quelli dei passeggini dei neutri genitori.

Cionondimeno, anche nella foto che illustra il “miglior passeggino reversibile fronte mamma 2022” a spingere mi pare di vedere un papà; come è giusto, normale e probabile che sia.

I piatti-ti, i piatti-ti con Nelsen Piatti li vuol lavare lui! (Da un messaggio pubblicitario degli anni ’80 dello scorso millennio.)

Contraddizioni di questi tempi di convivenza dello schwa (ə) con i veli iraniani e italiani.

Il nuovo e la nuova avanzano, ma il vecchio resiste. Ed anche la vecchia, qualche volta.

Consapevolezza digitale

26 sabato Nov 2022

Posted by aitanblog in riflessioni, vita civile

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cd2022, cittadinanza digitale, rete

Non perché tutti siano superesperti, ma perché nessuno ne resti intrappolato.



Sei anni fa, giusto sei anni fa, questa mia riflessione sul Piano Nazionale Scuola Digitale.

A un anno dall’introduzione del PNSD nella scuola italiana, mi concedo un momento di riflessione sul ruolo dell’animatore e del team per l’innovazione digitale negli istituti nazionali di ogni ordine e grado.

L’informatica e le reti digitali sono ormai una realtà pervasiva, ma la scuola italiana, in molti casi, sembra essere ancora ferma ai tempi del calamaio e del gessetto bianco che stride sulla lavagna nera.
Le nuove generazioni entrano in classe come in un viaggio nel tempo in cui anche le LIM appese in qualche stanza al muro sembrano un oggetto non identificato, trovato là per chissà quale sbalzo spazio-temporale.

In quest’ottica, il team digitale credo debba farsi carico di promuovere la necessità di un cambiamento di rotta, diffondendo e catalizzando esperienze innovative, capaci di tenere la scuola al passo coi tempi. Ma bisogna stare attenti; l’esigenza di mutare l’esistente non deve far trascurare un’altra esigenza altrettanto incombente: quella di mettere in guardia tutta la comunità scolastica sui rischi connessi a un uso sconsiderato e acritico delle nuove tecnologie sia dentro che fuori dalle mura dei nostri istituti.

Dall’avvento dei social network, il più delle volte, l’uso che fa un ragazzo dell’informatica si limita allo scambio di messaggi istantanei ed alla lettura e al copia e incolla di stati su Facebook, oppure si riduce a un clic pigiato in modo più o meno indiscriminato in calce ai post altrui. La mia impressione è che la loro (e ormai anche la nostra) sia il più delle volte una lettura piuttosto distratta seguita da un altrettanto distratto movimento delle dita sul tastino del “like” o su quello di schematiche faccine che non possono certo riassumere la complessità e la ricchezza dei sentimenti e degli stati d’animo che attraversano e pervadono le nostre vite.

Checché ne pensino i loro genitori, i cosiddetti “nativi digitali” sono spesso incapaci di utilizzare in modo competente un tablet, un computer o anche uno smartphone: la maggior parte dei nostri studenti delle scuole superiori non sembra essere in grado di fare una seria ricerca in internet, di inviare una semplice mail o di formattare un testo in modo chiaro, efficace ed adeguato.

Su questi presupposti, l’educazione e la formazione nell’era digitale dovrebbero puntare soprattutto a risolvere questi problemi di alfabetizzazione informatica, aiutando i ragazzi, i genitori e i colleghi ad un uso più consapevole e critico delle potenzialità e dei rischi che comportano le nuove tecnologie.

Non si può introdurre internet in ambito scolastico senza dare agli alunni gli strumenti per discriminare e mettere in connessione dati ed eventi e senza far capire loro quanto possa essere inefficace e perfino ambiguo un linguaggio impoverito anche quando si comunica attraverso una chat, un SMS o altri servizi di messaggistica istantanea.

Altrimenti rischiamo di lasciare le nuove generazioni sole davanti a “Falsebook”, nelle loro camerette, vittime di colossali bufale e incapaci di sviluppare un pensiero critico e di comprendere ed esprimere pensieri, sensazioni e sentimenti complessi.
Una scuola che trascuri queste problematiche sarà per sempre una parallela destinata a non incontrarsi mai con la realtà delle vite dei suoi alunni, un mondo a parte sganciato dalle esigenze del presente e del futuro.

…

Sei anni dopo, dopo la pandemia e la sua scia infodemica, dopo l’ascesa e la crisi di Facebook, dopo l’uso diffuso e diffusamente incompetente degli strumenti di comunicazione a distanza anche per uso didattico (Zoom, Meet, Team, WebEx e compagnia cantante), dopo la divulgazione pervasiva dei pensierini sul digitale dei Crepet e dei Galimberti, dopo la sostituzione di tante LIM con Monitor Touch (altrettanto maldestramente utilizzati) nelle scuole italiane, dopo l’affermazione di TikTok e dopo l’avvicendarsi di 7 ministri in sei anni,* i problemi stanno tutti là.

Resta un grande e diffusa esigenza di alfabetizzazione informatica e resta il bisogno di arrivare ad un uso consapevole ed efficace delle risorse disponibili. Anche ai fini di un pieno e compiuto esercizio dei nostri diritti e dei nostri doveri nell’ambito delle comunità reali e virtuali in cui si svolgono le nostre vite.

Già nel 2012 Douglas Rushkoff (in “Programma o sarai programmato. Dieci istruzioni per sopravvivere all’era digitale”) osservava molto opportunamente come “un’intera società che considerava Internet un percorso verso interconnessioni positivamente articolate e nuove metodologie per la creazione di significato, si ritrovi invece disconnessa al suo interno, priva di riflessioni profonde e svuotata di valori duraturi”.

Su questi presupposti e in mezzo a questa rete caotica di problemi e questioni, ho lavorato negli scorsi due anni con tanti alunni e colleghi a questo progetto sulla cittadinanza digitale che torno a proporvi qui.

Link al al sito web CD2022


Non una soluzione, ma una goccia nel mare magnum di internet.
Non perché tutti siano superesperti della rete, ma perché nessuno ne resti intrappolato.

…


* Ma ve li ricordate almeno i nomi degli ultimi sette Ministri dell’Istruzione? Io, lo confesso, ho cercato su Wikipedia. Eccoli qua, vi risparmio il minuto di ricerca: Stefania Giannini, Valeria Fedeli, Marco Bussetti, Lorenzo Fioramonti, Lucia Azzolina, Patrizio Bianchi e Giuseppe Valditara.


La Battaglia delle Donne

24 giovedì Nov 2022

Posted by aitanblog in immagini, musiche, recensioni

≈ 1 Commento

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donne, rispetto, Tproject

Un brano dei Tproject montato in un video con qualche parola e qualche disegno che ho fatto io su loro gentile richiesta.


Ho conosciuto e imparato ad apprezzare quest’estate i Tp e il loro progetto di musica elettronica e percussiva innervata di passione, impegno civile e ricerca etnomusicale.

Ma di questo ho già parlato

qui
https://aitanblog.wordpress.com/2022/09/26/due-nuovi-brani-dei-tproject/

quo
https://aitanblog.wordpress.com/2022/11/05/alma-suite-dei-t-project/

e qua.
https://aitanblog.wordpress.com/2022/08/18/chiazza-mantano-jazz/


I Tproject sono tre artisti uniti da un’idea di musica intesa come laboratorio di creatività e sperimentazione e, in questa tornata, hanno voluto coinvolgermi chiamandomi a partecipare al loro “masadacrea“, il loro “tavolo di creazioni”.
Senza troppo esitare, ho risposto volentieri all’invito di prestare qualche mio disegno e qualche mio pensiero per questo brano basato su un canto masai dedicato a una causa sacrosanta: il rispetto per le donne.
Così ho condiviso con il gruppo una serie di immagini e parole, e loro le hanno tagliate e montate liberamente per realizzare questo video che, non a caso, viene pubblicato in prossimità del 25 Novembre, la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1999.

Di seguito il testo completo che avevo proposto per il montaggio:

Per tutte le donne e per tutta l’umanità che rispetta la vita e il mondo che la ospita, la pervade e le gira intorno.

Per chiunque abbia dentro e metta fuori di sé i suoi migliori istinti di generare, preservare e prendersi cura delle generazioni future.

Per tutti coloro che rispettando le altre e gli altri rispettano se stessi.

Gli istinti esistono, ed anche i desideri e la volontà di imporsi sugli altri. Ma esiste anche l’educazione, il rispetto e la richiesta dell’altrui consenso.
Non trattare gli altri come non vorresti mai che gli altri trattino te.
Lo dice pure il saggio cinese che solo quando una zanzara si posa sui tuoi testicoli ti rendi conto che non tutto si può risolvere con la violenza.

link al video su YouTube

Aggiungo a chiosa di questi brevi pensieri (tanto per non definirli pensierini 🤭) che, in ogni campo, la violenza è la più estrema tra le forme di debolezza umana.

Perciò, stamme a ssentì, nun fa’ ‘o restivo...

Frattamaggiore, città delle ance doppie e delle batterie

23 mercoledì Nov 2022

Posted by aitanblog in musiche, recensioni, riflessioni

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Frattamaggiore, luigi del prete, musica

Bellissima serata in memoria di due musicisti frattesi di prim’ordine: Gaetano Capasso e Pasquale Del Prete.

Stasera, sul palco del Teatro De Rosa di Frattamaggiore (Napoli, Italia del Sud), si è esibito il quartetto di Daniele Scannapieco con Michele Di Martino al piano, Tommaso Scannapieco al contrabbasso e Luigi Del Prete alla batteria.


Nella seconda parte della serata, al quartetto si è unito il bravo e creativo cantante grumese e internazionale Walter Ricci.
Molto intense e raffinate le interpretazioni di Tea for two, Bud Powell, Fly me to the moon, Pennies from heaven e Guarda che luna.

Perfetto l’interplay tra i cinque musicisti che hanno dato la splendida impressione di divertirsi suonando; e il divertimento e la gioia di suonare si sono trasmessi anche al pubblico (cosa per niente ovvia nelle esibizioni di musica jazz, dove, il più delle volte, quando i musicisti si divertono, l’uditorio si annoia).

Daniele Scannapieco è stato allievo di Gaetano Capasso e oggi insegna sassofono al conservatorio di Salerno, nelle stesse stanze in cui aveva insegnato clarinetto il maestro frattese.
Luigi Del Prete è, invece, il figlio di Pasquale e da lui ha appreso i primi rudimenti delle percussioni e della batteria. Ora è un musicista sensibile, capace di stare sempre nel ritmo e di trascinare il fluire della musica. Sono ormai almeno quindici anni che lo seguo e lo vedo crescere con gusto e piacere.

Le ance e la batteria sono strumenti ricorrenti nella storia recente della musica frattese. Faccio solo qualche nome da affiancare al clarinettista Gaetano Capasso e al batterista Pasquale Del Prete, certo di dimenticarne altri: i fratelli Munari, Franco Del Prete, Franco Schiavitelli e il maestro Antonio Volpicelli con cui ho avuto l’onore di condividere il palco insieme con il figlio Francesco (anche lui clarinettista, oltre che sassofonista) e con il chitarrista Francesco ‘Perzico’ Di Giuseppe.


La musica ha il potere di farmi fare pace con Frattamaggiore, la città in cui sono nato, vivo e mi incazzo un giorno sì e l’altro pure.

Bestiario immaginario

19 sabato Nov 2022

Posted by aitanblog in immagini, inter ludi

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animali, fantastici, versi, video

interludio muto gracchiante, ululante e squittente (per non dire che bramisce e potpotta)



versi senza parole
[da ascoltare ad infinitum (o almeno ad libitum)]

catene

18 venerdì Nov 2022

Posted by aitanblog in immagini, riflessioni, versiculos

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coincidenze, equivoci, intrecci

catene di coincidenze che intessono e inanellano equivoci in cui si rimane avvinghiati in maglie così strette che risulta impossibile muoversi senza farsi più male

in uno di questi anelli ho rischiato di rimanere strozzato anch’io

come in un tessuto intrecciato di parole
come in una matassa intricata di tempo immagini risentimenti gioie e ricordi in forma di sillabe incatenate

come in un testo che mi si annoda alla gola
anche ora

Dubitabondo

16 mercoledì Nov 2022

Posted by aitanblog in riflessioni, versiculos

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Tag

dubbi, incertezze


Nel dubbio, dubita.
Nella certezza, dubita maggiormente.

Certo, di sicuro,
ci resta solo il resto del resto di niente.







Che poi a me i dubbi non sono mai mancati, mi pare (ma mi potrei sbagliare):

https://aitanblog.wordpress.com/2020/12/03/la-sicumera-degli-imbecilli/

https://aitanblog.wordpress.com/2022/04/19/dilaniato/

https://aitanblog.wordpress.com/2021/06/16/la-verita-sta-da-qualche-parte-tra-mark-twain-e-jorge-luis-borges/

https://aitanblog.wordpress.com/2020/10/29/o-6-o-9-o-69-ma-potrebbe-essere-pure-96-o-70-volte-7/

https://aitanblog.wordpress.com/2022/08/24/luomo-che-raddrizzava-i-punti-interrogativi/


SOLO

14 lunedì Nov 2022

Posted by aitanblog in da lontano, immagini, versiculos

≈ 2 commenti

Tag

libertà, solitudine

Da una mia pagina analogica degli anni ’80 dello scorso millennio



SOLO, FINALMENTE SOLO, ASSOLUTAMENTE SOLO,
SENZA PIÙ NIENTE NÉ NESSUNO.

POI UN FILO DI LUCE
CON I VINCOLI DELL’ OMBRA.

LA LIBERTÀ ASSOLUTA
È UN’IDEA CHE PRESTO SCORRE VIA.

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link al sito personale di Gaetano "Aitan" Vergara

L’aitanblog delle origini

Link all'aitanblog di splinder duplicato su iobloggo con relativo blogroll delle origini, in memoria dei tempi andati.

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