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Da Guernica a Gaza
I nostri morti e quelli degli altri
26 aprile 1937. Bombardamento della città basca di Guernica da parte della Legione Condor tedesca e dell’Aviazione Legionaria italiana, le forze nazifasciste che erano accorse in appoggio del fronte nazionalista spagnolo.
Un tragico bombardamento sui civili. Una strage senza fine che sarà il preludio di tante altre stragi di cittadini inermi del XX e del XXI secolo; molte avvenute anche qua in Italia tra il popolo che resisteva all’avanzata del nazifascismo o tra chi si trovava lì e non sapeva niente o quasi niente, ma veniva ugualmente trucidato. Migliaia di persone condannate senza colpa, senza un atto di accusa e forse senza nemmeno rendersi esattamente conto di cosa stesse succedendo.
Un eccidio senza fine che ora conta a Gaza trentaseimila vittime: quasi un morto ammazzato per ogni chilometro quadrato, se faccio bene i miei conti che trasformano in numeri le vite pulsanti di migliaia di donne e uomini; molte nemmeno adulte, molti nemmeno adulti.
Trentaseimila morti ammazzati. Sette-Ottomila persone in più degli abitanti della città in cui vivo. Come se da un momento all’altro l’intera città di Frattamaggiore fosse rasa al suolo con tutti i frattesi e qualche morto collaterale tra i paesi confinanti; mentre tutt’intorno a Napoli e zone collegate se ne stessero indifferenti in silenzio.
Come se la cosa non li riguardasse. Come se quelle bombe non le avessero fatte anche loro.
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