Tecniche di attacco in difesa dei traduttori del mondo extra-virtuale
Ogni giorno, ad ogni passo e in ogni momento Google Translate succhia parole da traduzioni fatte da persone in carne-ossa-cervello-e-passioni e alimenta il suo database per perfezionare le capacità traduttive del suo algoritmo.
Più sono i modelli di traduzione umana che ha a disposizione, più si umanizza la capacità del traduttore artificiale di rendere in lingua plausibile le fonti redatte in lingue altre.
Goccia di parola per goccia di parola, GT impara e prende il nostro posto come in un incubo distopico, “a brave new world of words”.
Dobbiamo difenderci e porre un argine a questo dilagare pervasivo di algoritmi che prendono il posto dei nostri cervelli e delle nostre passioni di interpreti e traghettatori di senso da una lingua e una cultura a un’altra “Kultur” e un’altra “langue”.
Dobbiamo continuamente spiazzare il nemico digitale e inventare parole e costruzioni nuove che gli tendano agguati affinando tecniche di disturbo e strategie di attacco guerrigliero.
Dobbiamo mischiare parole in diverse lingue e dialetti per confondere l’avversario. Dobbiamo farlo affogare nel nostro pot-pourri di parole. Dobbiamo lasciare che si aggrovigli nel mixer dei nostri testi e farlo smarrire tra le tessere del patchwork. Dobbiamo metterlo di fronte a un’insalata mista, un’ammescafrancesca di roba di diversa provenienza e colore linguistico.
Dobbiamo scrivere in modo sempre più arzigogolato, impervio, barocco, sorprendente e immaginifico per aggirare l’ostacolo e mettere in corto circuito le sinapsi elettroniche dell’algoritmo.
Dobbiamo difendere i posti di lavoro dei compagni interpreti e traduttori con tecniche post-luddistiche e fantasie rapsodiche di parole.
Dobbiamo fregarlo al punto che se gli lasciamo tradurre un nostro testo dalla L1 (lingua fonte) alla L2 (lingua traduttrice) e poi lo facciamo tornare alla L1, trasformando la fonte in traduttrice e la traduttrice in fonte, il senso debba completamente sfuggirgli di mano e il risultato finale debba suonare come un campionario di fastidiose parole in libertà.
Esempio 1 – Lingua veicolare: spagnolo (clicca sull’immagine per ingrandire)
Leggendo il quarto riquadro potete farvi un’idea di come traduce l’algoritmo.

Esempio 2- Lingua veicolare: inglese (clicca sull’immagine per ingrandire).
