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((( aitanblog )))

~ Leggendo ci si allontana dal mondo per comprenderlo meglio.

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Archivi Mensili: giugno 2010

La luna, lassù

30 mercoledì Giu 2010

Posted by aitanblog in versiculos

≈ 21 commenti

Tag

versiculos

L a   l u n a ,   l a s s ù

Lassù, la luna tutta intera.
Fa caldo, un caldo che avevo dimenticato
(il caldo lo dimentichi ogni anno
e ogni anno torna molesto
e puntuale).

Lassù, la luna, tutta intera,
dentro di me,
una sete terribile
e sconfinata.

Apro il frigorifero e mi attacco
alla bottiglia di vermouth rosso,
lo stesso che mio nonno si portò
fino alla tomba.

Chissà la nonna ora con chi tromba!

Lassù la luna, tutta intera.
Dentro di me, la sete che non passa.
Nella mia testa risuona una grancassa.

Scendo in strada tutto coperto di peli
e di una sete grassa, grossa, rossa
e sconfinata; curvo nelle ossa,
i denti lunghi e spessi,
la testa bassa e il cuore che
sconquassa tutta la massa
del mio corpo affamato
e la matassa
dei pensieri miei.

La luce della luna illumina
la tua figura muta
su cui mi catapulto
cupo in volto
e scuro dentro al cuore;
tu, tutto turbato e titubante
guardi verso il fiume
pensando di buttarti.

Di certo lo hai capito
che tra un po’
ti sbrano.
. . . . . .
. . . .
. . .
.

Napoli, 1912

24 giovedì Giu 2010

Posted by aitanblog in immagini, romantico, texticulos

≈ 30 commenti

Tag

immagini, romantico, texticulos

Tu sei seduta lì di fronte, dall’altro lato dell’ultimo tratto delle strisce pedonali. La tua voce sembra venire da un altro mondo e verso un altro mondo mi proietta. Seguo ogni tua parola, ogni cenno, ogni gesto, ogni movimento della tua gonna mentre accavalli la gamba sulla gamba. Seguo la piega della tela che lascia scoprire il ginocchio e il principio della coscia e mi avanzo distratto sotto le ruote del tram 53, quello che porta a Fuorigrotta.

MR XLII

18 venerdì Giu 2010

Posted by aitanblog in inter ludi, romantico, versiculos

≈ 25 commenti

Tag

inter ludi, romantico, versiculos

Muito Romântico
quarantuduesimo frammento

il mattino che mi hai ammazzato
e poi ti sei avvicinata lenta
al mio cadavere riverso sulla
spiaggia e gli hai chiesto scusa mentre
una lacrima, una e una sola,
furtiva t’illuminava lo sguardo
che mi aveva illuso tanto, quel
mattino, quel mattino ti dicevo,
è calata la lunga notte della
tristezza tua senz’argini e confini,
e io sono rimasto al buio a
guardarti scomparire nelle pieghe
del silenzio che riempio di parole
come queste, vane vacue e vuote,
vuote, vacue, vane e vuote, vuote…
come questo cuore* che vuole te
e solo te, anche se può far male
una spada conficcata tra l’aorta
e le corde della fonazione

 


* cuore, oppure corpo, oppure muscolo, oppure cadavere, oppure corpse, oppure coso, oppure…
va beh, la pianto qui e lascio a te la scelta, gentile lettrice, caro lettore, innominato passante.


The Snobs of the Web by One of Themselves

13 domenica Giu 2010

Posted by aitanblog in idiomatica, invettive, otherstuff, vita civile

≈ 38 commenti

Tag

idiomatica, invettive, vita civile

Uno snob è una persona che ostenta raffinatezza e mette tutto il suo impegno a fare quello che gli altri non fanno e a non fare e non dire quello che gli altri fanno e dicono.
Spesso, uno snob è un bastian contrario che parla parla e straparla per posa, per vocazione o per provocazione.
Di norma, il classico snob è una scimmia, un pitocco in frac che cerca di imitare i modi ed il modo di vivere di classi sociali di rango elevato e manifesta superiorità e disprezzo verso le persone o i gruppi di persone che considera inferiori o plebee.
Storicamente gli snob venivano identificati con coloro che, pur non avendo alcun titolo nobiliare, frequentavano gli ambienti aristocratici e stavano a stretto contatto con i blasonati del tempo. Sembra, infatti, che il termine derivi dal fatto che i funzionari dell’Università di Oxford apportassero in calce all’iscrizione degli studenti non aristocratici una nota che recitava in latinorum sine nobilitate, senza nobiltà, sss…nob…, per l’appunto. Altri sostengono che a Oxford chiamavano denigratoriamente “snob” gli iscritti che non erano di sangue blu, perché pare che questo monosillabo, in un antico dialetto inglese, significasse “ciabattino” (come Schumacher e zapatero), un mestiere e un’ascendenza che si consideravano inadeguate per un oxfordiano DOCG.
 
In ogni caso, è molto probabile che il senso moderno del termine si sia imposto nel XIX secolo, grazie a una serie di articoli pubblicati da Thackeray sul Punch col titolo The Snobs of England by One of Themselves, gli snob inglesi visti da uno di loro…
 
Perché scrivo questo?
Perché mi pare che la rete sia piena di snob.
E spesso gli snob scrivono di snob e snobismo e mostrano un atteggiamento di superiorità e disprezzo verso i loro pari accusandoli di ogni nefandezza, di essere persone che ostentano raffinatezza, di essere delle scimmie, dei pitocchi in frac che cercano di imitare i modi ed il modo di vivere di classi sociali di rango elevato e manifestano superiorità e disprezzo verso le persone o i gruppi di persone che considerano inferiori o plebee.
 
 
Va bene, per il momento mi tengo. La prossima volta vi parlerò dei pedanti e di quelli che titolano i loro post in lingua inglese o pseudo-tale, mo’ vado nella linving room a piluccare sushi e sashimi, poi mi stenderò su una chaise-longue e mi berrò un Borderies Very Special 35 years old ascoltando una berceuse o una sarabanda di Telemann. Voi bevetevi pure le vostre cocacole davanti alla tivvù o continuate a perdere il tempo e la faccia su Facebook digitando inutili sciocchezze sulle vostre tastierine insozzate di ketchup, ragù e maionese. Pfui…!

 

Corriva contabilità di coppia

09 mercoledì Giu 2010

Posted by aitanblog in idiomatica, immagini, musiche, romantico, versiculos

≈ 28 commenti

Tag

idiomatica, immagini, musiche, romantico, versiculos

Nella partita doppia dell’amore,
quando restiamo soli a pensare,
ci sembra sempre d’aver dato troppo
e troppo poco a cambio c’hanno reso
per bilanciare et equilibrare
quello che abbiamo saputo dare,
pronti al più presto a rinfacciare
di aver dato tanto, quasi tutto,
e quasi tutto è andato distrutto
nella foia altrui d’arraffare
divorare afferrare pappare
abusare della pia pazienza
e di chi proprio non sa farne senza
della nostrana morena presenza.

listen

Caetano Veloso, A tua presença morena

La tua presenza
entra per sette buchi della mia testa
La tua presenza
per gli occhi, bocca, naso e orecchie
La tua presenza
paralizza il momento in cui tutto comincia
La tua presenza
disintegra e rende reale la mia presenza
La tua presenza
avvolge il mio petto, le mie braccia e le mie gambe
La tua presenza
è bianca verde, rossa, azzurra e gialla

La tua presenza
è nera, nera, nera
nera, nera, nera
nera, nera, nera

La tua presenza
oltrepassa porte e finestre
La tua presenza
mette a tacere automobili e motociclette
La tua presenza
si diffonde tra i campi e abbatte ogni barriera
La tua presenza
è tutto quello che si mangia, tutto ciò che si prega
La tua presenza
fa coagulare il flusso della notte sanguinosa
La tua presenza
È la cosa più bella in tutta la natura
La tua presenza
mantiene sempre teso l’arco della promessa
La tua presenza

La tua presenza
morena, morena, morena
morena, morena, morena
morena

[Questa è una mia traduzione molto libera.
Il testo originale di Caetano V. lo trovate qui]

Lo yin, lo yang e ‘o sangue ‘e chi t’e’ muorte

03 giovedì Giu 2010

Posted by aitanblog in texticulos, vita civile

≈ 24 commenti

Tag

texticulos, vita civile

In un dato momento di un millennio qualsiasi, il cavaliere bianco e il cavaliere nero partiranno rispettivamente da nord e da sud in cerca di non so che.
Giorni e mesi dopo, trovandosi uno di fronte all’altro, il cavaliere nero e il cavaliere bianco lotteranno fino all’ultimo respiro e si odieranno fino all’ultimo momento, quando cadranno entrambi al suolo, senza avere il tempo di rendersi conto che sotto l’armatura bianca e sotto l’armatura nera i loro volti sono identici come due gocce di sangue, come due occhi della stessa faccia, come due pezzi della stessa scacchiera.

La torre, il re, il cavallo e la regina, dopo che li avranno visti cadere, torneranno distratti nelle loro caselle bianche e nelle loro caselle nere, tutti intenti ad alimentare dentro di sé l’odio nero per il diabolico bianco e l’odio bianco per il diabolico nero.
Fino a che arriverà un bambino che li butterà via in un cassetto per giocare a dama con la zia Maria.
E se così sarà, sarà così e così sia.

P.P. 1946-2010

02 mercoledì Giu 2010

Posted by aitanblog in immagini, vita civile

≈ 12 commenti

Tag

immagini, vita civile

2-giugno
Cazzo, come passa il tempo…
Vedessi come si è fatta, ora…

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