• AitanLink
  • Su di me
  • E-mail
  • News
  • Immagini
  • Versículos
  • Textículos

((( aitanblog )))

~ Leggendo ci si allontana dal mondo per comprenderlo meglio.

((( aitanblog )))

Archivi della categoria: stefania

Botti senza fine

30 venerdì Dic 2022

Posted by aitanblog in immagini, riflessioni, stefania

≈ Lascia un commento

Tag

Anno Nuovo, botti, fuochi


Napoli, le fiamme e i fuochi

Vagheggio una fine senza botti nelle terre dei fuochi e un 2023 senza bombe in Ucraina e in altri luoghi di conflitto.
Ma forse è volere troppo rispetto ai dati di realtà che mi attraversano gli occhi, le orecchie e la pelle.
Speriamo che almeno piova, questo capodanno, sui roghi di monnezza che trasformeranno questo letamaio in un inferno di seconda mano; e che nessuno ci lasci le dita, gli occhi, un braccio, la cute o la vita.

Qui a Napoli e zone collegate abbiamo con il fuoco un rapporto inscindibile e contraddittorio.
Viviamo con l’inferno sotto ai piedi pronto a venire fuori dalla bocca del vulcano o dalle viscere della terra.
I campi ardenti della zona flegrea, la lava del Vesuvio, la porta degli Inferi nel Lago d’Averno, la terra ribollente della Solfatara, la liquefazione del sangue del santo, i roghi tossici e i fuochi d’artificio che rimbombano nell’aria per tutto l’anno, fino all’apocalisse dell’ultimo giorno. Siamo costantemente sotto l’assedio dell’artificio dei fuochi.
Come se stessimo mettendo in scena una rituale evocazione delle catastrofi che ci aspettiamo da un’imminente eruzione del Vesuvio o dall’apertura della porta degli inferi. Come se volessimo farci noi stessi vulcano e perpetrare un lento, quotidiano suicidio di massa; la fragorosa deflagrazione di un diffuso desiderio di dissoluzione! la volontà di autodistruggerci e scomparire tra il fuoco, i fumi e le fiamme.

Vabbè, il giorno si avvicina. Buona fine!

E miglior principio…

Vi auguro un anno meno funesto, in un mondo magnifico come questo.

Un anno fragoroso, strepitoso, reboante.

Un anno col botto! 🙀

interludio colmo di ogni bene

13 martedì Dic 2022

Posted by aitanblog in immagini, stefania

≈ 2 commenti

Tag

auguri

(al di là di tutto
mi sento di sostenere
che sostenendoti
mi sento sostenere)

¡felicidades, mi cielo!

papá vorrebbe saper cantare
e suonare per farti sentire
meglio quello che sente

Perché si studiano ancora le divisioni a due cifre oggi che ci sono le calcolatrici anche sui telefonini?

25 martedì Ott 2022

Posted by aitanblog in immagini, riflessioni, stefania

≈ 2 commenti

Tag

digitale, futuro



– Per tenere allenata la mente alla complessità.

– Per imparare a superare gli ostacoli che si frappongono tra noi e le soluzioni.

– Perché two is better than one.

– Per tramandarne il rito della divisione di padre in figlio, con tutto il suo carico di frustrazioni e sofferenze che servono a temprarti e ad insegnarti la vita com’è.

– Per imparare a tenere a mente le cifre prestate.

– Per farti vedere che tante volte anche le vecchie generazioni sono in difficoltà: davanti a quei numeri, i tuoi genitori, i nonni e gli zii ostentano nonchalance, ma poi si sbandano e si sbracano pure loro alla prova dei fatti.

– Per tenere impegnati i bambini con la testa china sul foglio e la penna che va avanti a fatica.

– Per un malcelato e diffuso sadismo magistrale.

– Più o meno per gli stessi motivi per cui si studia ancora il greco e il latino (a proposito, ma perché si studiano ancora il greco e il latino?).

– Per quando si scarica la batteria del telefonino.

– Per capire come funziona il meccanismo. Non importa se poi nella vita farai i tuoi calcoli a mano, a mente o con l’aiuto di una vecchia calcolatrice o di un dispositivo elettronico di prossima generazione.

– Perché, come lo studio del greco e del latino, ci insegnano la disciplina, l’importanza della concentrazione e la logica e ci dicono da dove veniamo e da dove vengono le soluzioni che possiamo trovare facilmente in rete o con un app del pc o del telefonino.

– Perché se non sai da dove vieni, non capisci dova vai.

– Per vedere l’effetto che fa e dimostrare che in fondo c’è sempre una soluzione.



– Per quelli che debbono creare le calcolatrici e le app da mettere sui telefonini. Non credo che si possano realizzare algoritmi per risolvere calcoli a due cifre se prima non si conosce il procedimento per farli a mente e a mano; a meno che non si immagini che sia più agevole e più utile inventare un sistema di AI capace di capire da solo come risolvere le divisioni a due, tre o quattromila cifre.



Ma come non sapete cosa sia un sistema di AI? Ma che simpatiche caprette che siete!
Stiamo parlando di artificial intelligence, intelligenza artificiale, quella che dovrebbe venirci in supporto quando non sapremo più a cosa servano le divisioni a due cifre, le sottrazioni e le tabelline (a proposito, ma perché si studiano ancora le tabelline?).



In appendice…

La reazione di mia figlia a questo post (e un po’ me la sono meritata). ☺️



Flamenco hotelero blandense y catalán

09 martedì Ago 2022

Posted by aitanblog in da lontano, idiomatica, musiche, riflessioni, stefania, vita civile

≈ Lascia un commento

Tag

Barcellona, blanes, catalani, contraddizioni, flamenco, gentrificazione

La Catalogna tra democrazia, tolleranza, utilitarismo, indipentismo e sovranismo



Per la seconda volta in una decina di giorni, ieri, nell’hotel che ci ospita a Blanes, nel pieno della Catalogna indipendentista, uno spettacolo di danza flamenca.
Come se fossimo in Andalusia, nel profondo sud della penisola.

Il popolo catalano è un popolo tollerante, democratico e civile, ma è anche un popolo concreto, capace di sfruttare i propri talenti e quelli altrui per farne mercato; un popolo pronto a vendersi tutto il vendibile per aumentare il proprio benessere materiale; fino agli estremi della gentrificazione che hanno trasformato interi quartieri popolari di Barcellona in zone spersonalizzate, piene di migranti e turisti, con conseguente aumento del prezzo degli affitti, degli immobili e dei beni di prima necessità. Lucía Lijtmaer, nel romanzo che sto leggendo in questi giorni di mare e rilassamento, osserva che già una ventina di anni fa Barcellona si stava trasformando in una grande Lloret de Mar…

“In due anni qui si è riempito di guiris [turisti stranieri] come se fosse Lloret, dice qualcuno, ed è vero, il centro è como la Lloret della mia infanzia, lo stesso odore di cipolla fritta e waffle riscaldato, lo stesso mare di pelli bruciate, la stessa sensazione di nausea e stordimento per la quantità di gente e sole, combinati, gente e sole, gente in scatole di latta, sole in scatola, la latta che ti brucia la pelle quando cerchi di sederti sul cofano di una macchina vicino alla spiaggia e tua madre ti diceva: togliti di lì, non vedi che ti stai per scottare, togliti di lì, ti dice ora il tuo istinto e non tua madre, ogni volta che scendi dalla ronda di Sant Pere.”
[Lucía Lijtmaer, “Cauterio“, 2022, p.81. La traduzione è mia.]

Ma torniamo allo show Flamenco e alla capacità dei catalani di sfruttare a più non posso tutti i luoghi comuni del turismo iberico per farne una redditizia fonte di guadagno.

In Catalogna hanno abolito la corrida ed hanno trasformato l’Arena di Barcellona in un mega-centro-commerciale, eppure continuano a vendere tori di plastica a orde di turisti in cerca di sapori autentici e prodotti tipici e topici. In Catalogna si sentono altri dal resto della Spagna, ma poi, a ben vedere, è tutto un proliferare di ventagli, banderillas, chitarre, nacchere, paellas valencianas, sangría e gazpacho andaluso. A Barcellona e nel resto della comunità autonoma, hanno in spregio i “charnegos” (gli spagnoli che vivono in Catalogna, ma non sono figli di catalani), ma hanno catalanizzato Picasso, un genio di Malaga (Andalusia) vissuto per la maggior parte della sua vita in Francia.

Il finto tablao flamenco di ieri, che ho solo sentito da lontano perché la bambina non è voluta scendere e ha preferito tenere a sottofondo delle sue letture, è parte di questo sfruttamento mercantile dell’idea di Spagna sedimentata nelle teste degli stranieri che da due o tre secoli cercano la Carmen in ogni angolo o anfratto della penisola iberica (allo stesso modo in cui i gondolieri veneti cantano “‘O sole mio” e “Simme ‘e Napule, paisà” ai turisti tedeschi e giapponesi che questo vogliono sentire, per avere la sensazione di trovarsi in acque italiane e vivere le emozioni del popolo degli spaghetti, della pizza, delle tarentelle, delle mafie, dei Sorrentino, dei pulcinella e della camorra di Gomorra).

D’altronde, la relazione della Catalogna col flamenco viene da lontano.
Già alla fine dell’800 proliferavano a Barcellona spettacoli di danza gitana in café chantant che spesso, non a caso, avevano nomi che si richiamavano alla realtà andalusa, come Café Sevillano, Café Concierto Sevilla e Café Concierto Triana. Tuttavia, è innegabile che, col tempo, si formò una vera e propria tradizione flamenca catalana. Carmen Amaya, una delle più grandi e innovative danzatrici di flamenco del secolo scorso, era una gitana nata a Barcellona nel 1913.

Questo attiene, insomma, anche alla capacità dei popoli mediterranei di assimilare culture estranee e lasciarsi contaminare dall’altro.
La cucina catalana è un’ulteriore riprova di questa tendenza ad aprirsi a gusti, a prodotti e a sapori provenienti da mondi vicini e lontani.



Insomma, niente di male, per carità. Un po’ di flamenco, anche incelofanato, non fa male a nessuno. Anzi. A me piacciono pure i Gypsy King, gitani andalusi residenti in Francia che hanno inventato una versione pop e commerciale della rumba flamenca. Questa è una musica nomade, che probabilmente ha mosso i primi passi nella lontana India e poi si è andata mischiando con i suoni di mezzo mondo già prima di approdare tra Cordova, Siviglia e Granada. E da quel momento il processo di contaminazione e commercializzazione non è mai finito.*

Sento solo qualche nota stridente tra questa musica senza frontiere e la Catalogna autonomista, indipendentista, sovranista e (vivaddio) pure, sempre e comunque, antifa e antifascista.

Ma la Spagna e il mondo intero si nutrono di queste contraddizioni. E io pure, che sono del Mediterraneo e sento che questi e solo questi sono i tre colori della mia bandiera (insieme col giallo del sole, il verde degli ulivi e il rosso del sangue e della lava vulcanica).

“Mi contraddico“, “contengo moltitudini“. (W.W.)


_____

Se volete saperne di più del nomadismo del flamenco, leggete qua.

https://aitanblog.wordpress.com/2019/08/31/flamenco-contaminazione-e-nomadismo/

Le docce di Blanes

06 sabato Ago 2022

Posted by aitanblog in da lontano, immagini, riflessioni, stefania, vita civile

≈ Lascia un commento

Tag

beni pubblici, costa brava, mare

Il mare è di tutti. La Costa Brava tra pubblicità e pubblica realtà.

Scorcio di cemento con doccia pubblica.

A Blanes le docce pubbliche sono frequentissime e del tutto gratuite.
Ce ne è una ogni centinaio di metri su un litorale privo di lidi concessi a privati e tenuto lindo e pinto dall’amministrazione comunale.
È dato in concessione (a seguito di asta pubblica) solo l’affitto di ombrelloni e sdraio, che costano 6 euro ciascuno a giornata (da quello che ricordo è lo stesso prezzo anche nel Maresme, i poco più di 50 chilometri di costa che vanno dal Nord di Barcellona alla Costa Brava).

Blanes, scoglione con doccia pubblica.

La Costa Brava ogni estate (salvo nel periodo della pausa pandemica del 2020-21) ospita poco meno di 20mila stranieri e, in tutta la Spagna, prima del covid, le entrate derivanti dal turismo oscillavano tra l’11 e il 12% del PIL nazionale.

Anche a Blanes, tra giugno e settembre, arrivano migliaia di turisti, in maggioranza francesi, ma le spiagge non sembrano mai troppo affollate. Inoltre, i parcheggi pubblici sono gestiti perfettamente, il servizio di bus e i trenini turistici funzionano a meraviglia e gli automobilisti sono molto disciplinati (non ho mai sentito un clacson suonare né visto un veicolo sfrecciare in città o un’auto fuori posto; oltre al fatto che, prima ancora che imbocchi le strisce pedonali, loro si fermano già per lasciarti passare). Sul lungomare, ampli spazi per pedoni e biciclette. Ovunque grande attenzione per chi si muove a piedi (i semafori segnano i secondi per aspettare il verde; le strade scolastiche hanno il limite di 20 all’ora e sono chiuse al traffico veicolare negli orari di entrata ed uscita degli alunni). Il risultato è che, nonostante l’affluenza di stranieri, anche ad agosto non sembra esserci traffico o caos veicolare sia nel centro che nella periferia della città.

Il semaforo che segna i tempi di attesa.
Strada a priorità pedonale.

Frequenti, invece, gli spettacoli nelle piazze e nei locali (frequentissimi e molto frequentati in ogni quartiere di Blanes).
Ovunque, ville comunali con giochi, attività e attrezzature sportive per bambini e adulti.
Biloteche aperte anche d’estate, schiere di bancarelle notturne, bar, pub e bodegas adatti ad ogni tipo di clientela.

Piazzetta davanti a una celebre birreria cittadina. I bambini giocano, gli adulti bevono e chiacchierano. Lo striscione autonomista ricorda che solo il popolo salva il popolo.

Ah, il mare è pulitissimo e la sabbia mischiata di minuscoli sassolini che rendono più facile pulirsi i piedi quando si lascia la spiaggia.

Dice: perché fai tanti chilometri per farti qualche bagno quando hai tanta costa balneabile in Italia? Dice…


P.s. Quando viaggiamo l’occhio fa la sua parte, e anche gli altri quattro sensi e la nostra sensibilità fanno la loro parte, insieme con la nostra enciclopedia personale, il nostro punto di vista sulla realtà e la cultura in cui siamo imbevuti.
Per questo, al ritorno da un paese lontano o da un viaggetto fuori porta, ognuno di noi porta con sé un’altra impressione dell’esperienza vissuta. Le foto di due persone che hanno visitato gli stessi luoghi nel medesimo tempo non saranno mai le stesse foto. È il vizio imprescindibile della soggettività. Nessuno mangia mai lo stesso piatto, guarda lo stesso panorama o ascolta la stessa musica.
Ecco, mi sono svegliato che volevo dire una cazzata e la volevo condividere con voi. L’ho detta. Ma sono certo che i vostri sensi, la vostra sensibilità e la vostra cultura la sapranno riempire di significato e daranno senso a queste mie povere e scarne parole nate in un bel giorno di mare e di sole.


P.S. In questi primi 15 giorni di agosto, la temperatura non ha mai superato i 30 gradi; un paio di volte ha anche piovigginato e, di notte, sarebbe utile anche avere un pigiama.

Doccia con sfondo di cessi pubblici.

Blanes, Barcelona, Bolaño, guiris y Lijtmaer

04 giovedì Ago 2022

Posted by aitanblog in da lontano, idiomatica, immagini, recensioni, stefania, vita civile

≈ 2 commenti

Tag

Barcellona, blanes, libri, mare, napoli


Primi giorni di mare e vergogna in Costa Brava

…

Dal 31 luglio sono a Blanes, con la piccola, in Costa Brava.
Nel pullman dall’aeroporto del Prat all’hotel ci sono persone di ogni provenienza, ma si sente solo parlare napoletano. La solita orda di adolescenti convinti di venire a conquistare un popolo da cui è sempre stato soggiogato.
In tutta l’ora e mezza del tragitto sbraitano, bevono, urlano e cantano, e in ogni frase, muggito o mugugno appare due o tre volte la parola Napoli o suoi derivati. Due o tre volte l’autista li riprende, ma loro continuano imperterriti a bere e a disturbare. Me ne vergogno. E non è solo vergüenza ajena. Mi vergogno proprio di essere italiano e napoletano come loro. Anche Stefania esprime la stessa vergogna e lo stesso disagio.
Quando arrivo a destinazione mi scuso con l’autista in loro vece. Lui si mostra comprensivo e rassegnato. Sono anni che accompagna questi flussi scostumati di ormoni a Tossa e a Lloret de Mar.
Per fortuna, vanno tutti negli stessi posti in cerca di droga, figa, cazzi e discoteche. Basta evitarli. Loro e i posti che frequentano.
Spero che si divertano, comunque, senza fare troppi danni a se stessi e agli altri.
Per fortuna, qui sono tutti abbastanza indulgenti con questa guagliunera. Come l’autista. Ma non so dire se sia più tolleranza o convenienza.

In ogni modo, dopo questo brutto avvio, i primi giorni di vacanza in Costa Brava scorrono sereni, allegri e senza incidenti.
Il mare è bello, le passeggiate mostrano scorci incantevoli, la ricezione alberghiera è impeccabile e gentile.

Blanes

Alla partenza, non ho messo nessun libro in valigia. Ho deciso di comprare qui qualche romanzo da leggere in spiaggia, sul balcone o al rientro a casa.

“Blanes se parece a sus playas, en donde se tuestan cada verano todos los valientes de Europa, los de aquí y los del otro lado de los Pirineos, las gordas y los gordos, los feos, los esqueléticos, las chicas más guapas de Barcelona, los niños de todo pelaje, las viejas y los viejos, los enfermos terminales y los resacosos, todos semidesnudos, todos expuestos al sol del Mediterráneo y a la mirada comprensiva de la torre de San Juan, y el olor que se desprende de las playas (es bueno recordarlo ahora, en el largo invierno) es el olor de las cremas corporales, de los bronceadores, de las pomadas de protección solar, que huelen a eso, evidentemente, pero que también huelen a democracia, a historia, a civilización.”
Roberto Bolaño, “La Selva Marítima” in El
El País, Gennaio 2000.

“Blanes somiglia alle sue spiagge, dove ogni estate si mettono all’arrosto tutti gli arditi d’Europa, quelli di qui e quelli dell’altro lato dei Pirenei, le chiattone e i chiattoni, i brutti, gli scheletrici, le ragazze più belle di Barcellona, i bambini di ogni provenienza e aspetto, le vecchie e i vecchi, i malati terminali e gli sbronzi, tutti seminudi, tutti esposti al sole del Mediterraneo e allo sguardo comprensivo della torre di San Juan, e l’odore che sprigiona dalle spiagge (è bene ricordarlo ora, nel pieno dell’inverno) è l’odore delle creme corporee, degli abbronzanti, delle pomate di protezione solare, che odorano di quello che sono, evidentemente, ma che sanno anche di democrazia, di storia, di civiltà.”

La traduzione è mia. Il testo di Roberto Bolaño.
Stamattina sono stato alla libreria Sant Jordi. La libreria che lo scrittore sudamericano frequentò negli ultimi anni della sua vita.
Dal 1985 al 2003, Bolaño si stabilì qui a Blanes con la moglie e i due figli. Prima che gli arrivasse il successo che meritava aprì anche un negozietto di bigiotteria.

In sottofondo due frammenti di “Blind” dei Talking Heads (1988)

In una guida che gli ha dedicato l’ufficio turistico cittadino leggo che voleva essere ricordato “come uno scrittore surdamericano più o meno decente, che visse a Blanes, e che amò questo paesino” di 30.000 abitanti fondato dai romani duemila anni fa e poi frequentato da persone di ogni tipo e colore.

Blanes, vista dal Jardín Botánico Marimurtra
Apparizioni a Blanes

Nella libreria c’è ancora Pilar Pagespetit i Martori, con cui lui si intratteneva a parlare mentre vagava tra i libri. O almeno, dalla veneranda età che dimostra nel suo fisico minuto e curato, a me piace immaginare che sia lei.
Le chiedo se hanno disponibile qualche testo di Ernesto Cardenal, poi mi metto a curiosare tra i libri ammucchiati in colonne in ogni angolo della stanza. Per un momento credo di aver osato identificarmi con R.B.
Dopo una lunga ricerca scelgo un testo di recente pubblicazione di Lucía Lijtmaer, scrittrice quarantenne nata in Argentina e cresciuta a Barcellona. Avevo sentito parlare del suo acume sia come romanziera che come critica letteraria e specialista di studi culturali.

Nelle prime pagine la voce narrante immagina un suicidio e vagheggia un’inondazione di Barcellona provocata dal cambio climatico e dallo scioglimento dei ghiacciai polari.
È una descrizione potente e delirante.

A un certo punto mi rivedo in queste parole che mi riportano sul bus dell’arrivo a Blanes.

” […] primero morirán los pobres, los taxistas paquistanís del Raval, las chicas filipinas de la panadería de la calle Sant Vicenç, la señora Quimeta y su mercería, los guiris de la Barceloneta, todos, absolutamente todos, los holandeses, los franceses, los ingleses y los italianos -nadie echará de menos a los italianos-.”
Lucía Lijtmaer, “Cauterio“, 2022

Traduco, non senza essere di nuovo assalito dalle fiamme della vergogna.

” […] prima moriranno i poveri, i tassisti pachistani del Raval, le ragazze filippine della panetteria di calle Sant Vicenç, la signora Quimeta la sua merceria, i turisti della spiaggia di Barceloneta, tutti, assolutamente tutti, gli olandesi, i francesi, gli inglesi e gli italiani – nessuno sentirà la mancanza degli italiani.”

Ecco qua.
Ci siamo meritati pure questa.


Desideri immantinenti e incompiuti

19 martedì Lug 2022

Posted by aitanblog in musiche, stefania, versiculos

≈ Lascia un commento

Tag

composizione, due, testi

Da ascoltare a voce bassa, bassissima, quasi inesistente.

Era da tanto che non prendevo in mano una chitarra. E si sente! Un paio di giorni fa l’ho fatto e mi è venuta fuori una melodia un po’ malinconica e un po’ sghemba. Una cosa semplice. Ci ho improvvisato subito sopra un testo e, per non dimenticarmene, ho registrato la mia “esecuzione” del povero brano col telefonino.
Eccola qui. (Solo per stomaci forti.)

Rivedo solo te, immantinente

Non contento, ho provato a cantare su quella stessa melodia un mio sonetto scespiriano, con qualche leggero adattamento per rispettare il ritmo e la metrica della musichetta.
È tutto qua, se c’è la fate a sentire ancora.

Persone felici (desiderio in forma di canzone)

Aggiungo il testo e gli accordi, nel caso qualcuno volesse provare a farne una versione meno indecente.
Io, comunque, quello che vorrei, è vedere persone felici, ma finisco inevitabilmente per ammorbarvi per qualche lunghissimo minuto. Mannaggia!



G———————C———-Em—–Em
vorrei vedere persone felici
——G——————C————-Em—–Em
che vanno avanti a piedi o in bici
Em———– F————————–Em
tra le campagne oppure in città
Em————-F—————–Em
senza pensare alla felicità

Em—————–F——————Em
ma solamente esser vivi vivendo
Em————–F———————–Em
come fa il mare o come fa il vento
Em———-F———————-Em
che spiri forte o che spiri lento
Em———-F———————–Em——-Em
spira spirando ed esiste esistendo

Em—————Am6
perché se la pensi
Gm6———————Em
la contentezza si spezza
Em—————Am6
perché se la senti
Gm6——————–Em
come un filo si spezza

Em—-F
e tu resti
—————————Em
con i due capi in mano
Em———F
solo disperso
————————-Em
e da te stesso lontano

Em—————-F
come il mio piede
——————Em
dal tuo deretano
Em———–F
e katmandù
—————————Em
da casoria o da arzano
Em———–F
e katmandù
————————–Em
da crispano o caivano
Em———–F
come stai tu
————————Em
da me stesso lontano lontano lontano


Em——Am6———Gm6—-Em
e solamente esser vivi vivendo
Em———–Am6——–Gm6Em
come fa il mare fa o come fa il vento
Em———-F———————-Em
che spiri forte o che spiri lento
Em———-F————————-Em
spira spirando ed esiste esistendo
Em———-F——Em-Am7-Em
spira spirando e resiste… e resiste…. e resiste

….


N.B. Pubblico questi due video, anche se Stefania, giustamente, mi ha detto e ripetuto che sono incredibilmente “cringe”.
Magari provate a toglierlo proprio l’audio e seguite solo i testi.
Suppongo che sia quella la parte migliore di entrambi i brani. Il resto viene dalla noia ed alla noia ritorna.


Un Premio per Pietro

11 sabato Giu 2022

Posted by aitanblog in immagini, stefania, versiculos, vita civile

≈ Lascia un commento

Tag

pietro, premio, roma



Sono sempre stato restio a partecipare a concorsi e premi di poesia, ma questa volta avevo fatto un’eccezione; questo era il premio dedicato al mio amico Pietro, morto due anni fa senza darci nemmeno il tempo di rendercene conto. E per tanti versi non ce ne rendiamo conto ancora.

Per molti anni Pietro mi aveva invitato a mandare qualche verso al premio da lui fondato per la sezione Roma Tevere del Rotary, ma io sono stato a sentirlo solo ora, quando lui se ne è già andato.
Credo di averlo fatto soprattutto come un modo per onorare la sua memoria, ora che quel premio il Rotary lo ha giustamente intitolato a lui.

…



A fine marzo, avevo mandato tre miei testi con insistiti a capo, scegliendoli tra quelli più brevi scritti in oltre quaranta anni di poesia solitaria o social.

…


1. Non esiste più la primavera

È stata un’estate estasiante,
passerà lesto l’autunno:
e mentre era agosto
sarà già natale.

Ormai a cinquant’anni
il futuro non è più
quello che era
e appena ti svegli
senti già incombere la sera.


2. In punta di piedi

Quando entri
nei miei sogni,
fallo in punta di piedi.

Non vorrei
che mi svegliassi
dal sonno
o mi distraessi
dal sogno
in cui sogno
che ti sogno.


3. semi ricordi e radici

schiere di persone
che vanno via
ingabbiate
in lastre di marmo
e lasciano in noi
semi ricordi e radici
piantati tra i vuoti
le mancanze
e le stanze
buie



Io preferivo, la prima.
Mia figlia, la seconda.
È stata premiata la terza.
Con un terzo posto.
Ed è giusto così.


Le poesie premiate con medaglie d’oro e d’argento (metaforiche, si intende) erano molto belle, la mia molto legata al ricordo di Pietro e di tanti cari che se ne sono andati in questi anni lasciando in noi semi, ricordi e radici.
E non escludo che tra le poesie solo menzionate ieri, e non lette, ce ne fossero di più vibranti, sentite e intense delle mie.

(Poi c’è anche una targa, ma l’ho già messa in valigia e non l’ho fotografata.)

…

Nonostante la nota costante di dolore, è stata una bella serata, piena di ricordi belli condivisi con le sorelle di Pietro, la moglie e tanti suoi amici che non conoscevo.

…



Ora scrivo da un hotel di Roma, aspettando che la bambina si svegli per farci un giro tra i miei ricordi e le sue novità.

…


E conto di rivederlo, di rivedervi, e sentire risuonare tra le pietre le sue parole.

I don’t want you to be la mejor pessoa do mundo

01 mercoledì Giu 2022

Posted by aitanblog in idiomatica, immagini, stefania

≈ Lascia un commento

Tag

competizione, futuro, karatè, realizzazione

Quasi un meme plurilingue per mia figlia, per i miei alunni e per chi vuol sentire.

No quiero que seas la mejor persona del mundo. No me importa si ganas todas las competiciones o si las pierdes todas. El éxito ajeno y la aceptación del público no lo son todo en esta corta vida.
No me importa lo que digan o piensen los demás.
Quiero que seas única y hagas todo lo mejor para hacer lo mejor que puedas hacer y ser la mejor que puedas ser.
Esto es lo que quiero y solo esto deseo para ti.

I don’t want you to be the best person in the world. I don’t care if you win all the competitions or if you lose them all. Outward success and public acceptance aren’t everything in this short life.
I don’t care what others say or think.
I want you to be unique and do your best to do the best you can do and be the best you can be.
That’s what I want and only that I wish for you.


Não quero que você seja a melhor pessoa do mundo. Não me importa se você ganha todas as competições ou se perde todas. O sucesso externo e a aceitação do público não são tudo nesta breve vida.
Eu não me importo com o que os outros dizem ou pensam.
Eu quero que você seja única e faça o seu melhor para fazer o melhor que você pode fazer e ser o melhor que você pode ser.
Isso é o que eu quero e é isso que eu desejo para você.



Non voglio che tu sia la persona migliore del mondo. Non mi interessa se vinci tutte le competizioni o se le perdi tutte. Il successo esteriore e il consenso pubblico non sono tutto in questa breve vita.
Non mi importa quello che diranno o penseranno gli altri.
Voglio che tu sia unica e che faccia del tuo meglio per fare il meglio che puoi fare ed essere la migliore che puoi essere.
Questo voglio e solo questo ti auguro.



Ma poi, ¿por qué he escrito this text em quatro idiomas?

Boh!?


tra tante

26 giovedì Mag 2022

Posted by aitanblog in immagini, stefania, versiculos

≈ Lascia un commento

Tag

gnegnegnè, sangue

tra tante poesie
gnè gne gné
ricordati di me

che grondavo
sangue
dalle mie ferite

e cercavo
vita dentro
le altre vite

← Vecchi Post
link al sito personale di Gaetano "Aitan" Vergara

L’aitanblog delle origini

Link all'aitanblog di splinder duplicato su iobloggo con relativo blogroll delle origini, in memoria dei tempi andati.

Accessi su WP

  • 138.834 visite

Commenti recenti

aitanblog su La fantascienza nichilista di…
cristina bove su La fantascienza nichilista di…
La fantascienza nich… su Anche i bot sbagliano
Di lavoro si continu… su La sicurezza
Di lavoro si continu… su Morire sul lavoro prima ancora…
Di lavoro si continu… su L’ultimo giorno di …

feed

feed ad aitanblog

Blogroll

  • Altri Appunti
  • Ancorapoesia
  • Certe piccole manie
  • Citarsi addosso
  • Colfavoredellenebbie
  • El miedo escénico
  • Falconier
  • Germogliare
  • Giacy.nta
  • Haramlik
  • Io Guido
  • Jazzfromitaly
  • Les Miroirs
  • Letteratura di Eva
  • Lunediscrittori
  • Mangino Brioches
  • mariobiancoart
  • Mrs. Quentin
  • Musa quotidiana
  • No Time to Lose
  • Panta Rei
  • Perzico
  • Pro memoria
  • Stileminimo
  • Tartina
  • Turquoise
  • Zarinia
  • Zaritmac

Categorie

link al sito web di Gaetano Aitan Vergara

Sfogliami

marzo: 2023
L M M G V S D
 12345
6789101112
13141516171819
20212223242526
2728293031  
« Feb    

Indice per mesi e anni

  • marzo 2023 (8)
  • febbraio 2023 (12)
  • gennaio 2023 (12)
  • dicembre 2022 (14)
  • novembre 2022 (18)
  • ottobre 2022 (12)
  • settembre 2022 (14)
  • agosto 2022 (16)
  • luglio 2022 (17)
  • giugno 2022 (17)
  • Maggio 2022 (13)
  • aprile 2022 (18)
  • marzo 2022 (18)
  • febbraio 2022 (15)
  • gennaio 2022 (19)
  • dicembre 2021 (18)
  • novembre 2021 (16)
  • ottobre 2021 (20)
  • settembre 2021 (18)
  • agosto 2021 (18)
  • luglio 2021 (13)
  • giugno 2021 (14)
  • Maggio 2021 (17)
  • aprile 2021 (11)
  • marzo 2021 (14)
  • febbraio 2021 (14)
  • gennaio 2021 (15)
  • dicembre 2020 (15)
  • novembre 2020 (10)
  • ottobre 2020 (13)
  • settembre 2020 (4)
  • agosto 2020 (4)
  • luglio 2020 (12)
  • giugno 2020 (10)
  • Maggio 2020 (9)
  • aprile 2020 (6)
  • marzo 2020 (13)
  • febbraio 2020 (4)
  • gennaio 2020 (7)
  • dicembre 2019 (8)
  • novembre 2019 (8)
  • ottobre 2019 (7)
  • settembre 2019 (10)
  • agosto 2019 (9)
  • luglio 2019 (11)
  • giugno 2019 (8)
  • Maggio 2019 (10)
  • aprile 2019 (3)
  • marzo 2019 (7)
  • febbraio 2019 (7)
  • gennaio 2019 (6)
  • dicembre 2018 (7)
  • novembre 2018 (6)
  • ottobre 2018 (4)
  • settembre 2018 (9)
  • agosto 2018 (7)
  • luglio 2018 (8)
  • giugno 2018 (6)
  • Maggio 2018 (8)
  • aprile 2018 (6)
  • marzo 2018 (8)
  • febbraio 2018 (6)
  • gennaio 2018 (8)
  • dicembre 2017 (6)
  • novembre 2017 (3)
  • ottobre 2017 (7)
  • settembre 2017 (3)
  • agosto 2017 (6)
  • luglio 2017 (5)
  • giugno 2017 (3)
  • Maggio 2017 (4)
  • aprile 2017 (8)
  • marzo 2017 (5)
  • febbraio 2017 (5)
  • gennaio 2017 (3)
  • dicembre 2016 (7)
  • novembre 2016 (5)
  • ottobre 2016 (2)
  • settembre 2016 (6)
  • agosto 2016 (9)
  • luglio 2016 (8)
  • giugno 2016 (5)
  • Maggio 2016 (6)
  • aprile 2016 (5)
  • marzo 2016 (5)
  • febbraio 2016 (4)
  • gennaio 2016 (6)
  • dicembre 2015 (8)
  • novembre 2015 (6)
  • ottobre 2015 (8)
  • settembre 2015 (6)
  • agosto 2015 (6)
  • luglio 2015 (6)
  • giugno 2015 (3)
  • Maggio 2015 (4)
  • aprile 2015 (4)
  • marzo 2015 (1)
  • febbraio 2015 (3)
  • gennaio 2015 (2)
  • dicembre 2014 (2)
  • novembre 2014 (1)
  • ottobre 2014 (3)
  • settembre 2014 (2)
  • agosto 2014 (4)
  • luglio 2014 (5)
  • giugno 2014 (4)
  • Maggio 2014 (2)
  • aprile 2014 (4)
  • marzo 2014 (4)
  • febbraio 2014 (2)
  • gennaio 2014 (4)
  • dicembre 2013 (6)
  • novembre 2013 (2)
  • ottobre 2013 (6)
  • settembre 2013 (2)
  • agosto 2013 (4)
  • luglio 2013 (1)
  • giugno 2013 (3)
  • Maggio 2013 (3)
  • aprile 2013 (3)
  • marzo 2013 (3)
  • febbraio 2013 (3)
  • gennaio 2013 (1)
  • dicembre 2012 (6)
  • novembre 2012 (2)
  • ottobre 2012 (3)
  • settembre 2012 (4)
  • agosto 2012 (3)
  • luglio 2012 (2)
  • giugno 2012 (4)
  • Maggio 2012 (4)
  • aprile 2012 (5)
  • marzo 2012 (5)
  • febbraio 2012 (6)
  • gennaio 2012 (6)
  • dicembre 2011 (6)
  • novembre 2011 (5)
  • ottobre 2011 (4)
  • settembre 2011 (6)
  • agosto 2011 (5)
  • luglio 2011 (4)
  • giugno 2011 (3)
  • Maggio 2011 (4)
  • aprile 2011 (5)
  • marzo 2011 (6)
  • febbraio 2011 (5)
  • gennaio 2011 (4)
  • dicembre 2010 (5)
  • novembre 2010 (5)
  • ottobre 2010 (3)
  • settembre 2010 (5)
  • agosto 2010 (4)
  • luglio 2010 (5)
  • giugno 2010 (7)
  • Maggio 2010 (4)
  • aprile 2010 (4)
  • marzo 2010 (8)
  • febbraio 2010 (4)
  • gennaio 2010 (5)
  • dicembre 2009 (8)
  • novembre 2009 (4)
  • ottobre 2009 (5)
  • settembre 2009 (7)
  • agosto 2009 (3)
  • luglio 2009 (6)
  • giugno 2009 (6)
  • Maggio 2009 (5)
  • aprile 2009 (5)
  • marzo 2009 (7)
  • febbraio 2009 (6)
  • gennaio 2009 (8)
  • dicembre 2008 (7)
  • novembre 2008 (7)
  • ottobre 2008 (8)
  • settembre 2008 (7)
  • agosto 2008 (6)
  • luglio 2008 (5)
  • giugno 2008 (7)
  • Maggio 2008 (9)
  • aprile 2008 (7)
  • marzo 2008 (9)
  • febbraio 2008 (7)
  • gennaio 2008 (6)
  • dicembre 2007 (7)
  • novembre 2007 (8)
  • ottobre 2007 (9)
  • settembre 2007 (7)
  • agosto 2007 (4)
  • luglio 2007 (8)
  • giugno 2007 (6)
  • Maggio 2007 (6)
  • aprile 2007 (7)
  • marzo 2007 (4)
  • febbraio 2007 (7)
  • gennaio 2007 (8)
  • dicembre 2006 (7)
  • novembre 2006 (8)
  • ottobre 2006 (5)
  • settembre 2006 (8)
  • agosto 2006 (4)
  • luglio 2006 (8)
  • giugno 2006 (6)
  • Maggio 2006 (7)
  • aprile 2006 (5)
  • marzo 2006 (6)
  • febbraio 2006 (4)
  • gennaio 2006 (5)
  • dicembre 2005 (5)
  • novembre 2005 (5)
  • ottobre 2005 (5)
  • settembre 2005 (4)
  • agosto 2005 (6)
  • luglio 2005 (4)
  • giugno 2005 (6)
  • Maggio 2005 (7)
  • aprile 2005 (8)
  • marzo 2005 (7)
  • febbraio 2005 (6)
  • gennaio 2005 (8)
  • dicembre 2004 (7)
  • novembre 2004 (7)
  • ottobre 2004 (8)
  • settembre 2004 (6)
  • agosto 2004 (6)
  • luglio 2004 (8)
  • giugno 2004 (7)
  • Maggio 2004 (8)
  • aprile 2004 (7)
  • marzo 2004 (10)
  • febbraio 2004 (10)
  • gennaio 2004 (5)
  • dicembre 2003 (5)
  • novembre 2003 (10)
  • ottobre 2003 (9)
  • settembre 2003 (2)
licenza creative commons

About me

  • AitanLink
  • E-mail
  • News
  • Su di me
  • Immagini
  • Textículos
  • Versículos

Tag Cloud

anarchia Anno Nuovo arte attentati auguri autunno blog cambiamento compleanno coronavirus crisi da lontano decrescita digitale donne dubbi egitto entronauta facebook formazione foto Frattamaggiore futuro galeano governo goya guerra idiomatica immagini immigrazione indifferenza interludi inter ludi invettive italia lavoro mare memoria migranti morte musica musiche napoli Natale natura pandemia parole poesia politica primavera razzismo recensioni rete ricordi rime romantico scrittura scuola social social network sogno solitudine sonno stefania storia tempo texticulos traduzione vacanze vecchiaia versi versiculos video vino vita civile

BlogItalia

BlogItalia - La directory italiana dei blog

Crea un sito o un blog gratuito su WordPress.com.

Privacy e cookie: Questo sito utilizza cookie. Continuando a utilizzare questo sito web, si accetta l’utilizzo dei cookie.
Per ulteriori informazioni, anche sul controllo dei cookie, leggi qui: Informativa sui cookie
  • Segui Siti che segui
    • ((( aitanblog )))
    • Segui assieme ad altri 248 follower
    • Hai già un account WordPress.com? Accedi ora.
    • ((( aitanblog )))
    • Personalizza
    • Segui Siti che segui
    • Registrati
    • Accedi
    • Segnala questo contenuto
    • Visualizza il sito nel Reader
    • Gestisci gli abbonamenti
    • Riduci la barra
 

Caricamento commenti...