Ancora una volta ci hai lasciato di stucco
con un altro dei tuoi gesti estremi,
di quelli di cui ti sei sempre compiaciuto
guardandoci dall’alto del tuo sguardo sornione.
Ancora una volta ti sei sporto un po’ più in là
di quanto facciamo noi,
che ti abbiamo sempre guardato con invidia,
diffidenza e malcelata deferenza.
Ancora una volta ti sei lanciato nel vuoto
afferrando le mani alle loro esili zampe,
ma questa volta i colombi non hanno aperto le ali.
un saluto in punta di piedi, dopo queste parole occorre il piano piano….
..se i colombi non aprono (più) le ali è perché si sono acculturati!!
.
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Piano piano, ti ringrazio, Nic.
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In verità, io non li ho mai amati i colombi, Elis, ma la straordinaria persona cui sono dedicate queste righe da bambino li allevava; e insieme coi colombi allevava anche i pipistrelli, per strano che possa sembrare.
3
Senza troppe parole anch’io, Dido.
Sorry, dalla risposta al mio commento ho compreso solo adesso che si tratta di un triste evento e che questa è una dedica (in memoria credo)
e non uno dei tuoi soliti divertissiment a volte criptici..
:((
A partire dal titolo, trovo una profondità immensa. Che non è il vuoto di un salto.
questa tua poesia mi ha dato uno strattone al cuore, so che capisci.
i versi sono fluidi, e conducono esattamente in quello spazio-varco del tempo di cui evochi e condividi l'intensità del "dramma"…
quel non aver aperto le ali…
5
Non crucciarti, Elis, la rete espone a questi equivoci e la responsabilità maggiore è quasi sempre dell’emittente.
6
Il vuoto qui è la superficie, Zar, la superficie di un mare insondabile.
7
Sì, Cristina, credo di sapere…
Ogni tanto ritorno da molto lontano, e mi consola leggerti sempre qui.
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Bentornata, Tamai.
lasciati di stucco.
senza diritto di replica.
quello è il sentimento, sì
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Quello che viene da chedermi, E.l.e.n.a., è se c'è anche la volontà di lasciarci di stucco in quel gesto.
una dedica molto intensa.. tristemente bella..
altro non so dire..
"Celeste è questa corrispondenza d'amorosi sensi,
celeste dote è negli umani" U.F.
un saluto a mani giunte
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Non dire altro, Alba. Io solamente dico grazie.
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Ricambio il saluto a mani aperte, Ricominciamento.
Scusa ho fatto un casino :(( e non si capisce nulla provo a ricopiarlo e ripostarlo
E' un post così intenso ed emozionante e mi sono commossa a leggere il tuo raccontarne.. descriverne.. lo spirito che lo animava in vita e che ne faceva sicuramente una persona dall'animo estremamente sensibile, e a volte si sa nella vita esserlo.. significa anche farsi carico di un fardello di dolore..
Mi chiedo spesso quale punto non so se di disperazione, solitudine, si debba arrivare.. a quanto ci si debba forse sentire estranei in un corpo non più sano che non ci ha accoglie, racchiude, protegge più come vorremmo, negandoci la possibilità di volare.. anche solo con la mente.. perché il corpo stanco la trattiene..
.. affinché una persona arrivi a trovare il coraggio per compiere un atto così estremo, perché credo ce ne voglia davvero tanto.
Risposte non so se ce ne siano o quantomeno io non sono in grado di darmene, ma sai penso che se potesse sarebbe felice di leggere questo post..
e spero di non essere inopportuna.. ma sentirti parlare di volo e morte..
mi ha fatto pensare al racconto di Erri De Luca "Il peso della farfalla" un libro che parla di vita e di morte..
.. e a quanto a volte sia sufficiente davvero poco perchè quel sottile filo che ci tiene legati alla vita si spezzi.. davvero poco.. come il volo di una farfalla..
"La sua vita a spasso di stagioni era andata col mondo. Se l'era guadagnata molte volte, ma non era roba sua. Era da restituire, sgualcita dopo averla usata. Che creditore di manica larga era quello che gliela aveva prestata fresca e se la riprendeva usata, da buttare".
Una farfalla bianca lentamente volò verso l'uomo. Era uno dei suoi ultimi voli, prima dell'inverno. Lenta si posò sul camoscio morto che l'uomo trasportava sulle sue spalle. Bastò quel nulla a spezzare il fiato dell'uomo. A farlo cadere sulle ginocchia. A fermargli il cuore e il respiro. La stessa farfalla disegnata sul corno insanguinato del re dei camosci. Un solo destino, un lieve filo li avevi uniti da sempre. Nella loro solitudine. Nel loro silenzio.
un caro saluto e un abbraccio
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No, Alba, nessun casino.
In ogni modo, ti ho già risposto nel post qui sopra, dove avevi già lasciato le tue parole diversamente formattate.