Muito Romântico
Il giorno che sei uscita dalla mia vita hai portato con te i miei pennelli e la musica e te ne sei andata come se quella fosse la cosa più semplice da fare. Da un momento all’altro, mi sono reso conto che in casa non avevo più nemmeno un pezzo di carta su cui scrivere: ormai, non avrei più potuto lasciare nemmeno il benché minimo segno, neanche se avessi voluto usare il mio sangue o il succo della passata di pomodori di cui conservavamo grandi scorte in dispensa perché non-si-sa-mai. Il giorno che sei andata via, sui miei tavoli non c’era più nemmeno una matita spuntata; questa con cui sto scrivendo ora l’ho presa in prestito da una di quelle mie amiche che tu odiavi tanto, quelle che mi dicevano che prima o poi saresti andata via, e io fingevo di non crederci, perché mi sembrava questo il mio ruolo, allora; ma poi tu sei andata via, e loro hanno bussato in fretta alla mia porta e sono entrate tutte insieme in un lungo corteo di penne, matite, pennarelli e strumenti nuovi con cui faccio musica che ti piacerebbe molto ascoltare, se solo riuscissi a toglierti dalle orecchie quelle maledette cuffiette che ti ottenebrano la mente e ottundono il cuore.
A dirti il vero, pensavo di avere ancora tanto tempo. Ma tu, all’improvviso, te ne sei andata, senza dire una parola e senza nemmeno sbattere la porta; te ne sei andata via così, all’improvviso, e hai portato con te tutta quella decisione che avete gli animali femmine quando sentite che una fase è finita e comincia un’altra vita. Io, invece, resto qui a saggiare i colori delle penne e le fogge di tutti questi pennelli da cui nascerà un’energia nuova che ti sommergerà tra gli altri ricordi, come se nulla fosse o fosse stato, anche se quello che fu fu bellissimo e valeva ogni pena, ed anche tutta questa disperazione che distillo in gocce di colore e inchiostro che si fanno parole del tutto inutili da conservare, valeva.
Taltalim ha detto:
Mi solleva leggere nello scritto di un “animale maschio” che “quello che fu fu bellissimo e valeva ogni pena”. La decisione degli animali femmine, dal mio punto d vista, risiede nel vostro sguardo o nella disperazione che scaturisce dall’invisibilità, ancora, al vostro sguardo. Questo per quanto attiene al contenuto. Il frammento è bellissimo.
Anna
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utente anonimo ha detto:
Nel suo passare, sempre più il tempo m’ha convinta che sono un accessorio del tutto inutile, le parole.
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bellallegria ha detto:
“con cui faccio musica che ti piacerebbe molto ascoltare” questa cosa, in quel contesto è moltobella.
Bravo.
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aitan ha detto:
1
Grazie, Anna, anche per questo sguardo femminile che arricchisce la visione di questo minuscolo frammento.
2
Sull’inutilità delle parole non mi soffermo oltre, utentanonim@, ché al riguardo ogni parola consumata smentisce e nega il senso che si vuole affermare.
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Ti ringrazio, bellallegria, su quel passo m’intenerisco anch’io.
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kuu ha detto:
Il finale mi fa venire in mente quella famosa canzone che dice “… perfino il tuo dolore, potrà apparire poi, meraviglioso ….”
Mi piace molto questo pezzo, molto bello e appassionante. Condivisibile. Ha solo un difetto a parer mio: non sono convinta che certe decisioni siano esclusive degli animali femmine.
Ma è il mio personale punto di vista.
;)
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pispa ha detto:
la prossima volta le regali un astuccio pieno, all’inizio :)
che valesse la pena lo sapevamo.
lo sapevamo??
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cf05103025 ha detto:
Però la donna che ruba le matite…mah.
E’ na forma di sottrazione assassina.
Che strano, però!
Colle matite e le carte volea essa, forse, furarti (e bucarti) il cuore, perché negli occhi avessi solo LEI,
e non ti pigliasse mai la fantasia di disegnartene un’altra, come lei.
Mario:-)
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aitan ha detto:
5
Ah, mi sembrava strano che anche tu che sei una giovane d’oggi conoscessi quella vecchia canzone di Modugno-Pazzaglia. Poi ho fatto una rapida ricerca nella sterminata rete e ho sentito la cover dei Negramaro…
Ma quando dici che ti ” piace molto questo pezzo”, ti riferisci a Modugno, a Pazzaglia, ai Negramaro o a questo frammentino, kara kuu.
;o)
Quanto alle questioni di genere, io quando parlo in tono razional-saggistico-politicallycorrect, non ne faccio; ma nei frammenti mi prendo certe libertà che la puta realidad non mi concede.
6
A certe donne, pispa, piace usare solo le tue penne e matite; le puoi regalare anche un’intera collezione di matite Faber Castell e pastelli Caran d’Ache e Derwent Artist, loro prenderanno sempre le tue Bic e i tuoi Giotto spuntati.
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Mi fermo un attimo, caro Mario, a percorrere le linee e i toni delle tue ipotesi, che mi sembri abbastanza ferrato sull’argomento.
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pispa ha detto:
non ci posso credere.. per una scatola di caran d’ache io.. me la compro a questa età figurati.
che donne oh!
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aitan ha detto:
Le donne moderne, pispa, che más-calzone!
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giosannino ha detto:
le parole sono tuttaltro che inutili, per come la vedo io. sono il motore d’ogni cosa e magari se ne spendessero di più e più mirate.
poi.
non capisco quanta verità e quanta finzione ci siano in questo post. perciò è perfetto.
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kuu ha detto:
Per rispondere al tuo dubbio, aitan, ti dico che conoscevo la versione di Modugno e che ovviamente conosco la versione dei Negramaro.
Quando dicevo che mi piace molto questo pezzo, mi riferivo al frammento, ma è possibile girarla anche al pezzo musicale. Quindi è più corretto dire che mi piacciono molto questi pezzi.
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utente anonimo ha detto:
Un Muito Romântico di mea culpa, mai, voi maschietti artisti dalle matite rubate e le musiche inascoltate?
Il post è bellissimo… ma/e mi piacerebbe leggerne uno da anti-eroe-della-sofferenza…
Antonella
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aitan ha detto:
11
Ti ringrazio molto, giosannino, per le tue parole tuttaltro che inutili, e soprattutto per dubitare della verità di questo testo, ma non della sua verosimiglianza (il che, dal suo punto di vista (dal punto di vista del testo, intendo) è anche più importante).
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Io lo sapevo che tu lo sapevi, kara kuu, ma mi piaceva provocarti a dirlo.
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Ma, Antonella, qui la culpa non è di nessuno: una lei se ne va senza sbattere la porta, un lui resta triste, semi-sconsolato e, soprattutto, senza fogli e matite. Ma dura poco. That’s all. Più o meno. E il tutto mi sembra già di per sé piuttosto anti-eroico, sia per lei che per lui.
(Ma, a parte il frammento che io trovo alquanto deboluccio, in verità, lo sai che m’ero un po’ preoccupato o non vedere più segni tuoi da queste parti? E cominciavo perfino a fare ipotesi nefaste e traballanti.)
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utente anonimo ha detto:
Più che il frammento, era il mio commento “deboluccio”.
Per l’anti-eroe, ho fantastico una storia bastarda di un lui che pianta una lei. E raccontandolo, diventa antipatico ai lettori ma allo stesso tempo adorabile per la sua cruda ammissione.
La lei di questo frammento mi sembrava un po’ “colpevole” per alcune sue caratteristiche: ladra di matite, gelosa marcia di amiche crocerossine, ottenebrata nella mente e ottusa nel cuore da maledette cuffiette e anche vigliacchetta, nell’uscire di scena in silenzio… e nella mia immaginazione ho pensato che forse si era solo rotta di un egocentrico artista che amava il suo mondo di matite e musica più di qualsiasi donna. Naturalmente sono ipotesi, una di mille fantasie, che nascono dalla lettura.
Ebbene sì! Ho avuto paura di morire traballando e traballo ancora purtroppo… Non sono a L’Aquila ma nell’aquilano e fatico non poco a rilassarmi.
Grazie! :-)
Antonella
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elisnelpaese ha detto:
Lui è uomo dalle mille risorse e non può la mancanza di una matita metterlo a tappeto. Lei è un animale femminile e come tale volubile e capricciosa.
Ma con tutti quei quintali di salsa di pomdoro, lui non ha pensato di farle un ritratto…dal vivo?
:))
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melacecca ha detto:
sai ho letto varie volte questo post perchè mi piace ma non so bene cosa dire. cioè a me sembra un pezzo di realtà, descritta come sei bravo a fare tu. la frase che mi ha colpito di più è “pensavo di avere ancora tanto tempo…” ecco, in questo momento della mia vita questa frase mi colpisce perchè invece, di tempo non ce n’è e non bisogna sprecarlo.
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aitan ha detto:
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Qui ogni ipotesi è bene accetta, soprattutto se è verosimile e ben espressa, Antonella; anche se ci sono colori che sono a tono con questa serie iperromantica e altri che esulano dall’atmosfera che di frammento in frammento s’è venuta a creare.
Ma aldilà di queste chiacchiere, se sono riuscito a rilassarti almeno un poco poco, sono già contento (il mio sesto senso e qualche più semplice e banale indizio informatico m’aveva fatto pensare che eri nell’aquilano. Spero tanto, come tanti, che siano finiti i sussulti e si possa trovare un po’ di pace.)
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Forse lei non gli ha dato il tempo di farsi fare rossa rossa pomodoro, elis. Probabilmente era un animale femminile anche molto intuitivo, senziente e sensibile.
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Aldilà della finzione e della verosimiglianza, confesso, melacecca, che la sensazione di “di avere ancora tanto tempo…” mi ha colpito tante volte nella vita. E da un paio non mi sono ancora riavuto. E non si trattava di classiche questioni di coppie di cuori.
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mammagiovanna ha detto:
Spero che il protagonista di questa storia si sia fatto “una bella pummarola ngoppa”… si dice, a volte, e penso in tutta Italia (saggezza popolare): “ha il biscotto chi non se lo sa mangiare”!(?)…oppure “chiusa una porta aperto un portone” … ad ogni modo fa sempre tanto male. A 10, 20 , 30, 40, 50 anni. io che, ormai, vado verso il cinquatennio 8-) , che meraviglia…
…ho imparato che:
Una donna attraversata dalla febbre di un Incontro, reso sempre più denso di promesse e conferme in mille incontri e dialoghi fatti nella sua lunga storia, fino a chiudere l’esistenza nell’abbraccio di un Dio che viene a colmare ogni umana attesa:
. (da mammagiovanna.splinder.com)
Fraternamente
(sono su faceboock in Giovanna Palazzo: amici meno virtuali? )
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mammagiovanna ha detto:
…continua…
.
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mammagiovanna ha detto:
…
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mammagiovanna ha detto:
.
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mammagiovanna ha detto:
sembra che non voglia commentare/postare il resto
…mah
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madeinfranca ha detto:
da inguaribile romantica voglio pensare che
la hìj(t)a sia una pausista di riflessione…parliamone…parlatene…
l’immagino a temperare un unica matita…rouge , à levrès…per bisous di ritorno !
bsousdespéctatrice!
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utente anonimo ha detto:
Le “chiacchiere”, come tu le chiami, sono a me molto utili per capire che non colgo l’iperromanticismo del frammento perché interpreto scossa e violenta come questo terremoto. Ad esempio: sono tre settimane che porto “maledette cuffiette” dalla mattina alla sera, mentre lavoro, cammino e a volte anche quando dormo o cerco di dormire. Per non sentire suoni di paura ed illudermi che il tremolio sotto i piedi e nel corpo è solo un effetto del frastuono della musica. Ed ho trasportato questa volontà di isolarmi da quello che mi fa star male alla lei del tuo frammento. Mi sa che devo tranquillizzarmi meglio prima di approcciarmi alla lettura dei tuoi bellissimi post. Spero che la natura si plachi presto. Le scosse continuano purtroppo e sono appena iniziati i problemi più grandi della tanto sbandierata ricostruzione. Sua Maestà ne sta facendo tante di pagliacciate qui, per rafforzare la sua dittatura. Mah, lo seppellirei sotto le macerie se potessi!
bacio e scusa lo sproloquio
Antonella
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aitan ha detto:
da 19 a 23
Gesucristo ce da ‘o pane a cchi nun tene ‘e diente. Si dice così dalle mie parti, mammagiovanna. E si dice pure: chiusa ‘na porta s’arrape ‘nu purtone. Ma il resto come continua? E cosa c’entra mo’ ‘sto facebook? Io là dentro pure ci sono (da anni, in verità), ma a dirtela tutta mi scoccia un po’ tutta questa trasmigrazione di blogger su FB: mi sembrano due mezzi diversi, a diversi scopi deputati. Io, per esempio, FB l’uso soprattutto per mantenermi in contatto con persone che già conosco, soprattutto miei ex alunni.
(E poi tu, quale Giovanna Palazzo sei? In mezzo a tutta quella folla si rischia sempre di prendere uno per un altro e di farsi amico di sconosciuti).
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aitan ha detto:
24
A furia di temperarle, certe matite rosse, madame, si finisce per rimanere con un mozzicone tra le mani, o con niente!
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aitan ha detto:
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Forse, Antonella, è solo che quell’iperromanticismo è espresso poco e male nel finale di questo frammento.
Ma non temere, sono benvenuti i tuoi commenti. Un testo è fatto per essere letto sotto ogni cielo e alla luce di ogni umore.
Quanto all’implacabilità della natura e alle maramalderie degli uomini, credo di capire abbastanza le tue sensazioni, paure e rabbie. Ero ai primi anni del ginnasio ai tempi del terremoto dell’Irpinia, a pochi chilometri di distanza dall’epicentro, in provincia di Napoli. A quell’età, bivaccare intorno a un falò, dormire in auto o in una radura, fare scuola nel giardino di una villa che pareva sicura, poteva sembrare quasi una avventura. Ma faceva meno freddo e si giravano meno scenette e film luce. Poi però ci fu una nuova edizione delle Mani sulle Città, che dalle mie parti resta un film sempre attuale, purtroppo. Spero che almeno questa terribile appendice riusciate a risparmiarvela, dalle tue parti.
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utente anonimo ha detto:
… ma uno che ripensandoci dice che “ne valeva la pena”, secondo me quella porta non sbattuta l’ha già richiusa, altrettanto silenziosamente… ;-)
yellow
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aitan ha detto:
E come darti torto, yellow?
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