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Maurizio Capone, decenni di sangue versato senza quartiere

In questi tempi di guerra, guerrafondai e bombardamenti mediatici che stanno continuamente a ricordarci che le guerre sono giuste e necessarie e che Dio è sempre dalla nostra Parte, Maurizio Capone ripropone ‘O Sang è Sang, una sua pietra miliare scagliata contro ogni forma di violenza e crudeltà a mano armata.

La canzone ha più di trent’anni, ma, purtroppo, sembra scritta oggi o domani…

La versione originale del brano risale all’album di esordio di Capone prodotto nel 1993 e si riferiva soprattutto alle guerre di camorra che imperversavano in quegli anni.
Questa del 2024, registrata insieme con il suo gruppo BungtBangt, è una ripresa diretta in studio che appare come  bonus track del vinile “Mozzarella N_I_G_G_A“.

Nell’intro della nuova versione di ‘O Sang è sang, Capone suona la sua strabiliante scopa elettrica hendrixiana, uno dei tanti strumenti che lui e i BungtBangt ricavano dal riciclo di oggetti più o meno improbabili. Poi vengono le parole, sassi lanciati nello stagno dell’indifferenza. Fino alla fine dell’ultimo ritornello, quando ascoltiamo un semplice ed emblematico verso che non esisteva nella precedente edizione e che andrebbe scolpito nella nostra memoria: “‘A guerra è merda“; universalizzando, così, il messaggio di antiviolenza di questo brano e facendolo entrare di buon diritto nella mia troppo lunga collezione di #cantiantimilitaristi.

Quando non ci saranno più guerre le #antiwarsongs saranno solo un ricordo lontano; ora restano una espressiva necessità che si ripete ad ogni colpo di arma da fuoco e per ogni goccia di questo mare di sangue versato. Odio che alimenta odio e arricchisce sciacalli e pescecani mettendo in ginocchio intere popolazione di vinti e presunti vincitori. Perché nella guerra vince sempre il banco.