T e n t a z i o n i D e a v ó l i k e (1981)
El deavòl ghe ha la coda longa
un die la poserà tra i tuoi genocci,
il tu’ cor’ cadrà per tera stanco,
più scuri deventeràn i tu’ occi.
El deavòl ghe ha la coda longa
un die la poserà tra le tue mani,
i tu’ pensier saràn sempre men sani,
l’agiterai felice, scuro il domani.
F ü r E v a (f r a m m e n t o, 1982)
per lo triste omo dio creò una luce
la qual si dice poi volle dir donna,
così che l’omo creò indi una prece
che era rivolta a luce sotto gonna
…ripescando frammenti tra la frutta che non trovò il tempo di farsi matura
(…avevo una quindicina di anni e mi venne questo ghiribizzo di inventarmi una mia lingua poetica, per così dire)
((…possono passare strane idee per la testa a 15 anni; e certe volte può durare più di una primavera))
“…fino all’età di 18 anni tutti scrivono poesie; dai 18 anni in poi rimangono a scriverle due categorie di persone: i poeti e i cretini. Quindi io precauzionalmente preferirei considerarmi un cantautore “ (Fabrizio De André)
Si vede già l’Aitan di oggi, qui.
La prima ha qualcosa di familiare (linguisticamente)
bella la lingua che ti sei inventato. un misto di spagnolo, italiano, dialetto veneto e quant’altro. bellissima la poesia
io invece continuo la carriera di cretino!!!! ahahahahhaha
mi piace come “carriera”, anche se non poeto troppo . ma qualcosa che scrivo andando a capo lo faccio ancora!!
devo dire che è una lingua con assonanze strane, ma piacevoli e non son per nulla male!!
peccato tu non abbia “coltivato” la tua lingua!!!
chicca
ahahahah, allora eri uno Shaitan precoce, e bravo!!!
alquanto veneta, direi…
piacevolissima***
mi fa sorridere soprattutto la seconda.
un po’ di Dario Fo!!!! (?)
#2
Cacchio, cronomoto, così piccolo e già aitan!
Sulla familiarità linguistica, credo che tu abbia le tue buone ragioni a sentirla: qualcosa della calata veneta mi era dovuto essere entrato dentro attraverso la Spagna, Goldoni e una zia trevigiana.
#3
Grazie, psv.
(Per il resto, mi pare di aver già risposto nel precedente messaggio).
#4
Sì, chicca, hai ragione, cretini o non cretini, finché c’è gusto, non lo riempiremo tutto il maledetto rigo e giocheremo ad andare insistentemente a capo seguendo un ritmo che nascerà con le parole o comporremo a fatica alla ricerca del metro perfetto.
#5
Shhhhh, barbara, questa cosa dello Shaitan è meglio non farla sapere troppo in giro (lasciamo almeno che prima si impari a fare anche i coperchi).
#6
grazie***
#7
Mi fa piacere che qualcuno si sia soffermato su quella quartina allegrotta e gaudente, Petarda (ché qua mica esalano solo i profumi dello zolfo antico!).
#8
E probabile che ci fosse anche qualcosa di Fo, tamai, di cui adoravo la riscoperta della tecnica antica del grammelot (e persino mi esercitavo a scrivere versi rimati e assonanti usando quei suoni privi di significato in cui riecheggiavano le sonorità di lingue o dialetti riconoscibili come cigni, cammelli e conigli da ombre cinesi.)
Ciao Gaetano, condivido FDA come lo chiami tu, ha cantato emozioni passate , presenti (il Suo) e che vanno bene anche oggi, qui diluvia…. ciao.
non è perfetto veneziano… ma piacerebbe anche a Venezia.
Di sicuro.
:-)
mi ha fatto sorridere, e d e’ tanto!
baci
marietta
El deavol puaret
non sapeva ancora che la
donna di quella coda
avrebbe fatto nodi e trine
per i suoi capricci, dei
quali sarebbe stato vittima
prescelta lui stupido
omen puaret
diavolo d’un Petrarca a Fuorigrotta.
Ci metta sotto un tango acconcio, le reciti, ed è fatta, in un amen.
gaudeamus igitur
Sfiziosamente licenziose. La prima pare dialetto veneto, com’è, hai abbandonato il nostro bel vernacolo per nordici accenti?
Chiudendo il cerchio e aprendo il viaggio tra inferno e paradiso, che tenerezza l’incontro con la “sperimentazione letteraria” di questo aitan quasi bambino! In bilico ardito tra l’erotismo della parola violata – diventata, da calco, invenzione, scandaglio – e la dissacrazione spudorata, giocosa/gioiosa – che solo un adolescente può – dei contenuti della vita. E, sarà pure tutto uno scherzo -ti schermirai-, ma non lo è sempre quello del Poeta che si finge serio mentre gioca con le parole e, nella vicenda dell’uomo, ridisegna e ricerca quella dell’Uomo?
#11
No doubt, pervinka.
(Ma non lamentarti troppo di quella pioggia del nord, in fondo lo dice anche un’altra illuminata canzonetta che A Little Rain Never Hurt No One).
#12
Certo che non è perfetto veneziano… trattasi solo di un altro di tanti ibridamenti.
;o)
#13
Un piacere averla fatta sorridere, signorina marietta.
#14
Questo deavol puaret mi ha fatto molto ridere, elis. E grazie ancora per i tuoi giochi preziosi.
#15
Effettivamente, sciùr Effe, questi poveri diavoli mettono su una certa allegria che verrebbe voglia di danzare. Ma quel ballo no, per favore, che è da un pezzo che mi sono stangato.
#16
Sì, sì,petrada, gaudeamus. Ma prendiamoci il tempo di farlo lentamente e con la giusta compagnia.
#17
Ma no, narrando, nessun abbandono della parlata nostrana. Solo uno sfizio.
#18
E’ vero, sciah, intravedo anch’io la forma del cerchio e il gusto di scherzare la vita e giocare con le parole del mondo.