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Non sparate sulla mezzaluna!
Fin dal 9 ottobre le strutture ospedaliere di Gaza sono senza elettricità a causa della mancanza di carburante per i generatori dovuta all’assedio totale proclamato da Israele.
Il 13 ottobre, 23 ospedali hanno ricevuto ordini di evacuazione forzata.
Dai primi di novembre sono finiti sotto le bombe anche le ambulanze, mentre ormai gli ospedali di tutta la striscia sono sotto assedio in quanto l’esercito israeliano sostiene che vengono usati da Hamas per scopi militari.
Leggendo queste notizie mi vengono in mente tutta una sequela di film e aneddoti che raccontavano di perseguitati nascosti in ospedali, come quando, nel 1943, al Fatebenefratelli di Roma fu inventata un’epidemia per salvare un gruppo di ebrei rifugiati tra le corsie.
“Parliamo del “Morbo di K” una malattia inventata durante la Seconda Guerra Mondiale dal Medico Adriano Ossicini e dal Dott. Giovanni Borromeo, per salvare gli ebrei dalle persecuzioni e impedire che fossero deportati nei campi di concentramento.
Ossicini, che lavorava all’Ospedale Fatebenefratelli di Roma, a pochi passi dal Ghetto, iniziò a compilare le cartelle cliniche dei suoi pazienti ebrei, facendo riferimento a questa malattia contagiosissima, il “Morbo di K” (dove la K indicava l’iniziale degli ufficiali nazisti Kesselring e Kappler), così da dissuadere i nazisti dal controllare i nomi dei pazienti.”
Sì, lo so, non è la stessa cosa, ma un principio di umanità impone di non sparare sulla croce (e sulla mezzaluna) rossa. Almeno per precauzione. Non puoi rischiare di ammazzare un ammalato perché credi che nell’ambulanza o nell’ospedale si possa nascondere il tuo nemico. E neanche puoi mettere a ferro e a fuoco le scuole, le biblioteche e i luoghi di culto. Ci sono zone che sono off limits. Come certe azioni e certe
cose da non fare mai,
né di giorno, né di notte,
né per mare, né per terra:
per esempio, la guerra.
Come ci insegnava il Maestro Rodari.